tag:blogger.com,1999:blog-78004640884934315992024-03-12T22:10:25.095-07:00bevitoridaltaquotaAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.comBlogger23125tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-84115484203420714292016-07-01T01:10:00.001-07:002016-07-01T01:10:10.818-07:00VIGNANOTICA 2016 – Capitolo 6°: Il mito<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Tornare a Vignanotica è come visitare un ricordo, che si ravviva al
cospetto del maestoso anfiteatro naturale che circonda la “ Baia dei Gabbiani”.
Appena messo piede sulla pietrosa battigia, le
memorie accorrono e si stratificano, si asserpano all’anima e al cuore,
mentre le sensazioni viventi cominciano l’alacre tessitura della nuova
emozione. A suoni e colori già presenti
nelle pieghe operose della mente, si affianca l’inedita aggiunta del presente col suo portato di
gioia e la sua promessa di felicità. Qui l’attesa si fa avventura; qui l’immaginazione
trova finalmente spazi da colmare. A
fare da sponda, da viatico e da catalizzatore, il compagno di sempre: lo
Champagne. </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">A volte
opprimono certi vini quando vengono
incensati oltre misura, quando assurgono essi stessi a simbolo di distinzione,
quando diventano la bandiera enoica
issata per darsi un tono blasonato da gourmet competente e navigato.
Vini che vengono ricercati per essere sfoggiati in società, vini che si fanno
“immagine”. Ma non così per noi, “Degustatori Indipendenti” inveterati e
sempiterni “Bevitori d’Alta quota”: Antonio Lioce e Rosario Tiso. Al punto che
osiamo ,senza timori reverenziali, la combinazione più ardita di sempre tra Natura
e “creatura” . Tra le falesie eterne, bollicine fra le più desiderate:</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"> Grand Siècle
di Laurent Perrier, “Vieilles Vignes Francaises” 2004 di Bollinger, </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Krug “Clos du Mesnil” 1998</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">. Nella grotta più ampia e accogliente della
baia, lo champagne si sposa alla nostra
voglia di essere protagonisti di un
momento indimenticabile. Più che scrivere, rivivo lo stupore dell’incontro con la
bellezza ed il mito . </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"> Grand Siècle
di Laurent Perrier</span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">, maison
fondata nel 1812 in quel di Tours sur Marne nella Vallée della Marne, è un blend
di Pinot Nero al 45 % e Chardonnay al 55 %. Selezione nata dall’estro di
Bernard de Nonancourt agli inizi degli anni ’50 con l’intento di riscrivere il
concetto di “cuvée prestige”, assembla le annate 1997, 1999 e 2002. Dopo 8 anni
sui lieviti, la freschezza agrumata ed opulente note terziarie ne fanno un
perfetto incipit gustativo. A voler essere sommari, la fragranza dei lieviti
conduce il bouquet . Poi, al seguito , fiori bianchi e sentori fruttati si
accalcano lievi . Infine, il potente incedere delle spezie. Quel che colpisce è
il registro in cui tutto questo accade. E’ un piano di eccellente finezza che rende quasi lezioso
e secondario il gioco dei riconoscimenti
olfattivi. Tale è l’appagamento, che è quasi molesta l’incombenza di discernere
gli effluvi odorosi. Ma è solo l’inizio: il gusto è pieno, caldo, innervato di
succulenta sapidità minerale con una lunga persistenza. Poi
, va in scena l’atteso spettacolo delle celebrità . </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Non c’è
champagne come il “</span><span style="color: #373737; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Vieilles Vignes Françaises” di Bollinger, celeberrima maison fondata ad
Ay, nella Vallèe della Marne, nel 1829</span><span style="color: #373737; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> . Pensato nel 1969 sotto la gestione di Lily
Bollinger e su suggerimento del giornalista inglese Cyril Ray, il “Vieilles
Vignes” proviene da viti di Pinot nero
che , pur non essendo particolarmente vetuste (ripiantate circa 35 anni fa ) ,
sono state clonate con il metodo della “propagazione” da piante pre-fillossera, e questo è stato
fatto rispettando il sistema di allevamento ottocentesco detto “<i>en foule”</i> ( un metodo che
prevedeva fittissime densità di impianto, anche di 50.000 ceppi/ettaro). Originariamente erano tre le parcelle da cui
si ricavava il Vieilles Vignes: “Chaudes Terres” e “Clos St. Jacques”, “clos” contigui alla
sede aziendale ad Ay, e la vigna “Croix Rouge”
di Bouzy. Quest’ultima è stata recentemente aggredita e distrutta </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">dalla fillossera con la conseguente scomparsa di un altro pezzo di storia enoica. Avremo meno
bottiglie in futuro e presumibilmente cuvèe meno intriganti. Nella nostra
versione del 2004 l’approccio olfattivo è possente, assolutamente travolgente.
Il Pinot nero giganteggia in tutte le sue peculiarità: monumentale e raffinato
nei profumi, materico e potente nel fruttato e nelle spezie, elegantissimo e con
un lunghissimo finale. Leggendario! Si finisce con Krug, maison che Reims vide nascere nel 1843.
</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il “Clos du
Mesnil” è uno champagne raro ed esclusivo ricavato da sole uve chardonnay
e da uno dei pochi, autentici “clos”
della champagne, l’omonimo “Clos du Mesnil”, nel comune </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">di Mesnil sur Oger nella Côte des Blancs. Quando venne acquistato , era un
vigneto pressoché cadente. Henri Krug lo ripiantò tutto in otto anni , dal 1971
al 1979, con barbatelle di chardonnay. Il 1979 è dunque l’anno zero per il “Clos
du Mesnil”. Nel chiuso delle mura del
clos, la maison Krug ha sempre cercato la perfezione. E questa bottiglia
sembra esserne testimone. Il liquido che
sciaborda nel bevante si presenta con uno spettacolare colore giallo oro e con un
perlage incalzante, fine e persistente. Il profumo è suadente</span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">, biscottato e mieloso, dalle
sfumature odorose di spezie, di
marmellate, di brioche, dove il lavoro dei lieviti è un’ombra olfattiva
irriducibile e l’ossidazione una superba e lucente laccatura.</span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> In bocca si conferma decisamente di grande struttura
e persistenza innumerabile, bilanciate dall’eleganza e dalla freschezza tipiche
dello chardonnay. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Siamo
sopraffatti dal piacere. Mai gioia di vivere così pura è stata distillata da un
momento conviviale. Complici il “genius
loci”, lo spirito dello Champagne e la nostra anima forgiata nel fuoco della
passione, non abbiamo bisogno di andare lontano o altrove per conoscere tutto
quel che c’è da conoscere e troviamo , senza affanni, tutto quel che ci
occorre. Qui e adesso; dentro e fuori di noi. E
vorremmo diventare come Vignanotica: capaci di interagire, capaci di stare da
soli.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeziL5TCdbHjb_fZ9NQ_deNrRg89NxilyjFEakQINOP8uc-CLlgUQoSApCE7yzP6RzAANUwFsYTKQbYY1DhpC_5Jy_Smnk8YgHALsiWfTzlgZ_oeRMj9-xloUBD4uLqepE49bfxtSlFUw/s1600/v11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeziL5TCdbHjb_fZ9NQ_deNrRg89NxilyjFEakQINOP8uc-CLlgUQoSApCE7yzP6RzAANUwFsYTKQbYY1DhpC_5Jy_Smnk8YgHALsiWfTzlgZ_oeRMj9-xloUBD4uLqepE49bfxtSlFUw/s320/v11.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-49678162872868486532016-06-17T01:37:00.001-07:002016-06-17T01:37:14.036-07:00VIGNANOTICA 2015 - Cap. 5° : Vignanotica, la nostra “Finisterre”<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt;">C’è
qualcosa di assoluto che si agita in me
e che rende la percezione di tutto quanto di relativo e transeunte è
intessuta la vita una fatica e talvolta un peso insopportabili. La vista si fa
debole, le ossa dolenti, i muscoli stanchi. Tutto sembra suggerire la
sopravveniente impossibilità e l’inutilità del viaggio, quell’attraversare
l’esistenza con lo sguardo non più o
solo a tratti curioso e innocente del bambino, per poi tornare alla casa della
propria poetica, sempre quella, impolverata e ferma. Il destino, eterno
divenire, contrasta col cuore dove stenta il cambiamento; se il tempo passa io ormai
più non mi evolvo, fisso all’ultima istantanea vitale donatami dalla benigna
prodigalità di un Dio forse troppo avaro di gioie per essere veramente giusto o
per farsi veramente amare. Salvo poi assistere al dissolversi di tutta
l’amarezza in un momento di inattesa
felicità, prontamente registrato dall’anima inaridita come acqua vivificatrice
e narrato nell’ennesima diversa declinazione dal nostro essere sempiternamente
burattinai di parole. Il viandante cerca
l’amore o se ne sottrae, il pellegrino ripercorre sentieri già battuti,
l’errante non sa cosa cercare. Cosa siamo oggi noi a “Vignanotica”? Gaudenti in cerca di oblio.
La “Baia dei Gabbiani” è rimasta
prodigiosamente antica e pura. Qui la natura è veramente e sostanzialmente
incontaminata. In luoghi silenziosi e isolati, deserti di vita se non “vegetale”,
e in remoti recessi nascosti “animale”,
il pensiero vira subito verso esistenze selvagge e raminghe, di umani in
fuga dal mondo. Ce l’abbiamo qui la
nostra “Finisterre”! E questo scenario ,
meravigliosa concrezione di meraviglie , è un posto quasi magico per i viventi
adoratori di Ercole Bibace. Con l’amico Antonio Lioce, “Bevitori d’Alta quota”
nonchè “Degustatori indipendenti”, scendiamo nella valle incantata in preda
alla calura estiva. La pietra conserva il riverbero degli inverni freddi, lenti
e silenti, e sembra rilasciarne gli umori in quella tenue frescura che ci
avvolge a tratti. Il silenzio e la lentezza fanno parte della bellezza della vita. Nel suo diadema più prezioso è
incastonata una gemma: la solidarietà
umana, la condivisione. Simili pensieri sono come lampi che attraversano la
mente mentre varchiamo l’ingresso della grotta ambita, la “nostra” grotta,
sempre quella.
Chiederò ancora una
volta al mare di ospitare i miei vagheggiamenti enoici. Vorrò ritagliarmi un
ulteriore spazio a spese della terraferma. Ma ne vale la pena? Perché l’ambiente marino, l’equorea vastità, le falesie,
la battigia al cospetto della volta celeste? Perché nel silenzio rotto
solo dallo sciabordìo delle onde, davanti all’immensità ,nella solitudine, si
fanno pensieri diversi, di quelli che colmano l’infinito, si dicono cose mai dette,
di quelle che restano scolpite nella memoria, e
lo scambio con i propri simili diventa più profondo. Non c'è novità più
eccitante dello scoprire chi si conosce già per subliminale similarità. Ho
sempre ritenuto coloro che amano il vino, nelle sue più nobili accezioni,
persone un pò speciali. Ogni relazione ruotante intorno ad esso lo conferma. Non è eccessivo parlare di
affinità elettive, di una comunione d'animo e di sentimenti che fa dei cultori
del bere consapevole una grande famiglia. Perchè l’interlocutore “enoico” sento
di conoscerlo da tempo, da quando la coscienza adulta degli uomini e della vita
mi ha guidato nel discernimento della realtà. Perché non c'è da coprire alcuna
distanza fra gli amanti del vino. E il vino, e tutto quello che ne è
illuminato, contribuisce alla bellezza del creato. Vignanotica
o “ Baia dei Gabbiani” che dir si voglia, ci accoglie di nuovo in una solatìa
giornata estiva. Le bottiglie, ovviamente champagne, sono di eccezionale qualità : “Comtes de Champagne”
2004 di Taittinger, “Cuvèe Rare” 2002 di
Piper-Heidsieck, “Clos des Goisses”
2002 di Philipponnat. Quel che c’è di
veramente speciale in un grande champagne, oltre alla bontà del nettare alla
beva, è la Storia che sottende alla sua realizzazione. Con il “Comtes de
Champagne”, Blanc de Blancs Grand Cru , la famiglia Taittinger ha
inteso onorare i Conti di Champagne dopo aver spostato nello splendido
complesso dello Chateau de la Marquetterie, una volta residenza dei “Comtes de
Champagne”, la sede aziendale. Con la
“Cuvèe Rare” la Maison
Piper-Heidsieck ha cercato di
realizzare una bottiglia straordinaria. I latini dicevano “Nomen, omen” : nel nome c’è scritto il
destino. Il “<strong><span style="font-weight: normal;">Rare Millesimé</span></strong><strong> “ </strong>è uno Champagne
veramente prezioso e raro. Realizzato solo in cinque annate (<strong><span style="font-weight: normal;">1979</span></strong><b>-</b><strong><span style="font-weight: normal;">1988</span></strong><b>-</b><strong><span style="font-weight: normal;">1998</span></strong><b>-</b><strong><span style="font-weight: normal;">1999</span></strong><b>-</b><strong><span style="font-weight: normal;">2002</span></strong>), sfoggia una <strong><span style="font-weight: normal;">bottiglia nera</span></strong>,
ornata da foglioline d’oro, molto bella
ed elegante. Una trattazione a parte meriterebbe il “Clos de Goisses” di Philipponnat. Considerato uno dei migliori vigneti della Champagne, il
“Clos de Goisses” è in una posizione di
struggente bellezza. Uscendo dall’abitato di Mareuil-sur-Ay in direzione di Bisseuil, costeggiando la
Marne sulla collinetta denominata Mont de Mareuil, giace la vigna
racchiusa da una cinta muraria. 800 metri di lunghezza, 100 metri di
profondità, 60 metri di dislivello, per 5,5 ettari ( divisi in 11 “lieux-dits” ,singole
giaciture, a loro volta frazionati in 20 parcelle) di puro incanto. Quando la
dorsale vitata si specchia nel canale sottostante, nella delicata luce
crepuscolare, l’insieme assume il sembiante di una bottiglia di champagne
coricata, col collo rivolto ad est. Qui il miglior Pinot Nero della regione sposa
lo Chardonnay per una irripetibile cuvée, fatta di uve sempre poderosamente
zuccherine rispetto agli standard “champenoise”. Fin qui l’antefatto. Come
sempre, la parola finale spetta ai sensi, di sorso in sorso ormai consustanziali
ai nettari nel bevante. Si comincia col “Comtes de Champagne” 2004 di
Taittinger. Questo “<b>Blanc de Blanc Grand Cru” </b>si presenta in una veste luminosissima
percorsa da un perlage molto fine e persistente. Al naso è di
inusitata ampiezza, intenso, espressivo, con aromi floreali di biancospino,
ananas e lime, gessoso e minerale. Al palato è agrumato,goloso e persistente. Si
passa alla “Cuvèe Rare” 2002 di
Piper-Heidsieck. Si tratta di una miscela di 17 cru nel Montagne de
Reims, il 70 per cento chardonnay, il 30 per cento pinot noir. L’oro
filigranato che riveste la bottiglia balena
anche nella trama del liquido odoroso. Il profumo è complesso con note
fruttate e tostate. In bocca è intenso e armonico. “Dulcis in fundo”, una vera
celebrità: “Clos des Goisses” 2002 di
Philipponnat . Il colore è un inno alla solarità. L’olfatto di spiccata
eleganza ha una congenita levità. Si susseguono note di cera d'api, brioche e
caramello. La matrice fruttata emerge a tratti, ma l’acicità lo rende
croccante, per quanto suadente e levigato. L’assaggio sembra una sinfonia: prima
il frutto, poi la freschezza, apportatrice di profondità e dinamismo, infine il
velluto dovuto al lavorìo dei lieviti. Una concia che sfiora la perfezione. Alla fine ci si ritrova assorti. Il luogo
più che suggerire, impone la meditazione.
Non
ci resta che ringraziare la Vita, ancora una volta benigna. <o:p></o:p></span><br />
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN8VwuHpRs801ubzyRLE3Q7FciIWrbsXGUOj8Xr2pfT2ligIAeFiiYc9lS9jyXNKitBWczp4ukBLXOmH5LUvEAaP4WI9FqO-JkDdrmvRkyrHi2BvZ0f-aknG5-ShPb9glPdNi_eMO3UuM/s1600/22+.+vigna+2015.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN8VwuHpRs801ubzyRLE3Q7FciIWrbsXGUOj8Xr2pfT2ligIAeFiiYc9lS9jyXNKitBWczp4ukBLXOmH5LUvEAaP4WI9FqO-JkDdrmvRkyrHi2BvZ0f-aknG5-ShPb9glPdNi_eMO3UuM/s320/22+.+vigna+2015.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-12351664948558014532016-06-16T01:29:00.003-07:002016-06-16T01:29:52.008-07:00VIGNANOTICA 2014 - Capitolo 4° : Il salto di qualità<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Cari vini, vi conosco tutti! Mi ci sento così
appagato,con lo sguardo perso nel folto dei colori,i sensi assediati dai sapori
ruzzolanti dalla volta palatale alla lingua e giù fino all’epiglottide. E poi
il delizioso lavorìo della mente a ricamare attendibili sincretismi!
Stili,tessiture,consistenze. Non sono numerosi
i vini veramente buoni,ma ce ne sono comunque tanti. Basta deporre le
armi dell’indagine critica svogliata o parossistica che ostacolano entrambe la fruizione piena del piacere e concedersi
un vagabondaggio sfrenato dettato innanzitutto dalla passione: sbocceranno
scoperte e conquiste. Perché nell’attesa di chi sa suscitare paradisi
organolettici immancabilmente sorge
l’alleato più fidato,il supremo salvatore,la panacea di tutti i
mali:l’abitudine a bere “bene” e a bere
possibilmente “alto”,da veri “Bevitori d’Alta quota”. E come l’esercizio del
ricordo ci riconsegna ogni volta al
nostro volto,alla nostra corporeità,alla nostra essenza,così l’abitudine scende
come un velo,una manna,una nebbia su
sensazioni belle ma anche informi e persino moleste,le ammanta e
progressivamente le rende abitabili. Poi,come pioggia dopo l’inesorabile
accumulazione di cumulo-nembi,può finalmente scatenarsi l’emozione. A volte è più facile di altre emozionarsi
bevendo. Esiste infatti una bevanda che
è la più elegante,mondana,euforizzante e seduttiva del mondo: lo Champagne. Ci
fu un tempo in cui veniva chiamato il “Diavolo biondo”,per il suo straordinario
potere di stregare e rendere sensibile alle tentazioni chiunque lo accostasse.
Perché non occorre vastità di studi enologici e raffinata sensibilità gustativa
per apprezzarne il colore dorato e
brillante,la gaia risalita di fitte e briose catenelle di bollicine,la
tumultuosa effervescenza della spuma che
punge le narici,la fresca carezza del primo sorso,la congenita golosità di
beva. Se poi a questo si aggiunge,per ispirazione preziosa e consolidata,una
magìa contestuale e ambientale che non sia riconducibile ad una sontuosa sala
di un ristorante o alla compagnia di una “<i>femme
fatale</i> “, si è sicuri di essere al cospetto dello scenario più stupefacente
del mondo durante l’evento più atteso. Tutto ciò ha un nome: VIGNANOTICA
,millesimo 2014!!Sull’incanto e la bellezza naturalistica assoluta della
altrimenti detta “Baia dei Gabbiani” ho già scritto e detto tutto in narrazioni
precedenti che raccontano gli eventi “Vignanotica” degli anni passati. Anni di
bellezza insuperata e insuperabile. Bellezza che un provvedimento della locale
amministrazione vorrebbe non più accessibile(Divieto di balneazione,transito e
sosta nei tratti della Baia contornati di falesie!!) per il pericolo di “caduta
massi”. E’ da vent’anni che la roccia tende a sgretolarsi purtroppo!</span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Tre i moschettieri convenuti per
incrociare calici e bottiglie:Antonio Lioce,lo storico ideatore
dell’evento;Rosario Tiso,il narratore ed il cronista e,”<i>special guest</i>”, Nicola Roni. Evidente il salto di qualità degli
astanti.Chi sia Nicola Roni lo dice il suo <i>pedigree</i>
professionale : Miglior
Enotecario Indipendente del <i>MONDO </i>nel 2005 (Caviste Indépendant – Francia),Ambasciatore
Italiano dello Champagne 2007,Premio Europeo del CIVC(Comitato
interprofessionale dei Vini della Champagne) ad Epernay nel
2007,"Chevalier Ordre des Coteaux Champagne",Importatore e
distributore di Champagne selezionati e Vini internazionali,Sommelier
professionista A.I.S.,Relatore A.I.S. Sette volte “Chapeau”!! Evidente
altresì l’alta qualità dei nettari alla beva. In ordine sparso, c’è AGRAPART
& FILS con lo champagne <i>“</i><i>Venus Grand Cru 2005”.</i> I vigneti di
Agrapart sono distribuiti su 62 parcelle, la maggior parte delle quali
si trovano nei villaggi grand cru di
Avize, Cramant, Oiry e Oger. Pascal Agrapart
è disinteressato ad essere etichettato come produttore biologico o
biodinamico ma ritiene</span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">importante
lavorare la terra in base ai suoi
ritmi naturali </span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">e sia il
lavoro in vigna che quello in cantina seguono sostanzialmente questa filosofia.
Gli Agrapart odiano i sapori di botti
nuove. I vini sono in genere imbottigliati intorno alla luna piena di maggio,
con nessuna chiarifica, nessuna filtrazione e nessuna stabilizzazione a freddo.
Da una minuscola porzione del vigneto LA FOSSE di 0,3ha si ricava uno dei millesimati di punta del
produttore:VENUS. Questo nome è anche il nome del cavallo che dissoda il
terreno. Infatti da Agrapart in alcuni
casi si pratica l’aratura con il cavallo per evitare la compattazione del
terreno. Il VENUS GRAND CRU 2005 è un PAS DOSE’ realizzato con il 100% di uve
chardonnay. Sboccatura 2011. C’è poi
EGLY-OURIET con il “<i>Brut Grand Cru Millésime 2003”.</i></span><span style="font-size: 16.0pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Egly Ouriet</span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> è un grandissimo produttore di </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Champagne</span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">, lo dicono
tutti. L’abbiamo scoperto qualche
anno fa e ci ha abituati ormai a grandi
esperienze degustative. Questa volta un’eccezione: non è protagonista indiscusso, ma discretamente
dovrà accompagnare un “<i>parterre de roi”</i> enologico in maniera intima e personale,
come solo Egly-Ouriet sa fare. </span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Egly Ouriet </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">è nel cuore
della </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Montagne de Reims</span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">. Il Brut Grand Cru Millésime 2003 è per il 70% Pinot Noir e 30 %
Chardonnay con vigne situate unicamente sul terreno di Ambonnay. Lieviti
indigeni. Si chiarifica come si faceva 50 anni fa. Messo in bottiglia senza
filtraggio o collatura, permane sui lieviti 72 mesi. Sboccato nel luglio 2010. </span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Terzo
campione : FLEURY, con un rappresentante della splendida trilogia dei
millesimati 1995 con differenti dosaggi. E’ lo Champagne “<i>Extra Brut Millesime 1995</i>”. Fleury è un produttore storico della
Côte des Bar, zona più meridionale della Champagne(AUBE). Jean-Pierre e
Sebastien Fleury sono i proprietari di questa azienda antesignana
dell’approccio agronomico biodinamico essendo in tale regime dal 1992.Parte
della produzione affina in legno. Il
vertice qualitativo del marchio Fleury è costituito dai millesimati. Per lo
Champagne Extra Brut Millesime 1995 l’uvaggio è costituito da Pinot Nero
all’80% e da Chardonnay al 20% .Lo
spumante ha riposato 96 mesi in affinamento sui lieviti prima del “degorgement”.
Come il primo campione,ancora dal cuore
della Cote des Blancs ad Avize dove ha sede la maison Bonville che possiede 18
ettari grand cru fra Avize,Cramant e Oger, proviene il quarto champagne.
Recoltant manipulant,Olivier,nipote di Franck, è il vigneron a capo
dell’azienda. Partendo da una viticoltura rispettosa dell’ambiente, Bonville
produce esclusivamente Blanc de Blancs,come l’extra-brut in questione da cui ci
si attende una grande ricchezza
aromatica e una piacevole freschezza. Infine una vera “star”:Dom
Pérignon rosè vintage 1996. Storica
“etichetta”di Champagne, sia bianco che rosè,sempre e solo in versioni
millesimate. Grande perizia da parte dello chef de cave Richard Geoffroy, che
ogni anno sfida se stesso e la natura per produrre un vino che rappresenti lo
stile della Maison che vede nell’armoniosa eleganza, nella complessità e nella
vitale freschezza anche nella maturità i suoi capisaldi. Di certo aiuta
l’accesso alle uve di tutti i 17 territori Grands Crus della Champagne (specie
le 8 eccellenze per il pinot noir di Aÿ, Bouzy, Verzenay, Mailly, e per lo
chardonnay Chouilly, Cramant, Avize e Le Mesnil), otre allo storico Premier Cru
di Hautvillers, dove sorgeva l'Abbazia del celebre monaco. Fin qui i vini;poi i
protagonisti. A dirla tutta fra
i convenuti c’era chi non era granchè in forma. Antonio Lioce,dopo aver
condiviso il giorno prima una di quelle uscite con gli amici dove non si
calcola il resto(nel senso di un totale abbandono agli eventi e
specificatamente alle gozzoviglie eno-gastronomiche),era in condizioni pietose.
Sembrava moribondo, buttato lì sull’asciugamano. Poi il miracolo:lo Champagne
lo ha fatto letteralmente resuscitare!! Maliziosamente azzarderei l’ipotesi
che l’idea che bevessimo le parti di nettare celestiale a lui destinate abbia costituito un movente molto più forte
del malessere psico-fisico!! Ma passiamo alla beva. Nicola ha letteralmente
pontificato. Dall’alto della sua competenza e sensibilità ha
suggerito,rettificato,previsto,sentenziato. Ah,ad averlo sempre fra noi!
L’extra brut di Franck Bonville è stato un perfetto”incipit” gustativo.
Fresco,vibrante di tumultuosa effervescenza,verticale,persino goloso. Bocca
sapientemente ammostata per l’ingresso
del”Venus” di Agrapart. Si coglie la medesima provenienza dal benedetto
“terroir” di Avize e l’identità del vitigno con il precedente campione. Lo
Chardonnay nella sua veste migliore:elegante,a tratti sontuoso,pulito,fresco
,sapido. Con Egly-Ouriet c’è una trama più fitta e ci si predispone ad un
crescendo gustativo sul crinale di una sempre maggiore complessità. Con
l’extra-brut 1995 di Fleury si accede ad
una dimensione terziaria lieve e suadente:campione più avvolgente,aperto più
che puntuto,erbaceo e minerale. Alla fine l’apoteosi:Dom Perignon rosè vintage
1996. Ci sono degustazioni che
sorprendono. Questa sfiora la narrazione epica. Certo l’annata 1996 è stata
memorabile,una delle vendemmie del secolo. Ma simile,immensa complessità non era per niente scontata.</span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">C’è tutto quello che si vuole da uno champagne
importante:ampiezza di provocazioni sensoriali,carattere,misurata
ossidazione,tripudio gusto-olfattivo,il riverbero dell’assiduo lavoro dei
lieviti. E’ il tocco di classe di Nicola che,apprese le bottiglie che
recavamo,ha saputo scegliere il giusto abbrivio con Franck Bonville e la giusta
chiusa con una grande e rara “cuvèe prestige”. Mi tocca tributargli un
ulteriore,sentito “Chapeau”!!</span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rosario Tiso</span><span style="font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNO14KTvdwo6AnAw7REQGhAYdeEp8KaifxysOyZxDx8sn3CmKNQSzGOxNXUaOA8YuzL2zxhT6axty0pw7cWChafruQPVD7hvwqdJxcxi7JB2eXyhcuLbZ7MZbjahD1hS6Z2brARRTOyYs/s1600/21+.+vigna+2014.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNO14KTvdwo6AnAw7REQGhAYdeEp8KaifxysOyZxDx8sn3CmKNQSzGOxNXUaOA8YuzL2zxhT6axty0pw7cWChafruQPVD7hvwqdJxcxi7JB2eXyhcuLbZ7MZbjahD1hS6Z2brARRTOyYs/s320/21+.+vigna+2014.jpg" width="180" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-83096764153326721912016-06-15T00:32:00.002-07:002016-06-15T00:32:46.121-07:00VIGNANOTICA 2013 - Capitolo III : Mettersi a nudo<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Nessuno
aveva mai osato tanto. Ritrovarsi in un giorno di piena estate alle prime luci
del mattino e prendere la direzione del mare,come ubbidienti ad un segreto
richiamo. Guidare verso la “Montagna Sacra” il corpo e la mente con un carico prezioso e
giungere alla più incantevole delle spiagge mediterranee,incastonata nella Baia
dei Gabbiani: il luogo universalmente conosciuto come “Vignanotica”. Per i “Bevitori d’Alta quota”
è giunto il momento di misurarsi con l’infinito. Recano con sé un “<i>parterre de roi</i> “ enoico da far
impallidire persino un “Simposio
celeste”. Chi ha mai messo in fila bottiglie del seguente calibro,bollicine
così seducenti e rare? In primis,<i>Ferrari
del Centenario</i>,la bottiglia che finisce a punta anziché concava,frutto del
millesimo 1995 ed uscita nel 2002 a
festeggiare i cento anni della celebre azienda spumantistica trentina;poi l’<i>Initial</i> di Jacques Selosse,altro
chardonnay in purezza. A seguire l’<i>Apotre</i>
di David Leclapart,champagne blanc de blancs. Si vira quindi sui toni più
maschi di un celeberrimo blanc de noirs grand cru:il “<i>Les Crayeres</i>” di Egly-Ouriet. Gran finale affidato ad una cuvèe
prestige: “<i>Femme</i>”,della maison
Duval-Leroy,chardonnay con un tocco di pinot noir. Siamo in tre al cospetto di
cotanta preziosità:Antonio Lioce,Rosario Tiso,Antonio Marino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Dagli abissi
dei loro cieli gli angeli,i cherubini,i
serafini si preparano ad assistere attoniti al
possente dispiegarsi dei sogni degli umani, così maestosi pur nella loro irrealtà , capaci di sedurre ogni esistenza terrena e,ci piace
pensarlo,forse anche ultraterrena. Gli Dei ignari di quel che accade quaggiù
ancora tacciono. Solo la Natura produce le sue consuete melodie:lo sciabordare
dell’acqua che sbatte sulle pietre,il vento che sibila fra le piante
contorte,l’eco sommessa della
sovrastante valle,le alte grida,acute e penetranti,degli uccelli. E noi,in
perfetta sintonia col cosmo. Occupiamo la nostra grotta .La prima a destra,la
più grande. Sistemiamo le masserizie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Per non
disturbare l’incedere gustativo dei nettari allo stappo abbiamo deciso un
accompagnamento gastronomico lieve:la levità del pesce,e questo cotto “alla
brace”. Solo mazzancolle,seppioline allo spiedo (ben quattro Kg. complessivi…)e
tranci di tonno arricchiranno il quadro sensoriale generale con l’unica
eccezione per una immancabile preparazione territoriale:la bruschetta con i
pomodorini e il tocco esotico della ‘nduja. Scaldatelli di Manfredonia
serviranno da contrappunto cibario per i momenti di stanca e marginali appetiti
. La giornata promette di durare fino al tramonto,occorre essere pronti.
Basteranno gli champagnes? Senza altri indugi accendiamo il fuoco e diamo
inizio all’evento:”Bevitori d’Alta quota a Vignanotica”,A.D. 2013. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Il <i>Ferrari del Centenario</i> è stato concepito
solo per gli addetti ai lavori. Poche bottiglie regalate ad enotecari e
ristoratori . Noi abbiamo avuto la sorte di berlo già in passato,svariati
anni fa,per la generosità di un amico.
Adesso questo 1995 fatto esordire a sette anni dalla vendemmia e tenuto in
bottiglia per oltre un decennio cos’altro avrà da raccontare? Avrà solo “retto”
(orribile condizione di sufficienza) o si sarà arricchito di nuances inedite e rarefatte? Stappiamo…e restiamo
folgorati!! Sembra un grande Montrachet con le bollicine!!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Anselme
Selosse è un eccezionale produttore di Champagne. Dalle sue creature solo
emozioni. Nelle bottiglie “no” piuttosto
niente. Nessuna banalità quando ci si fa cassa di risonanza della Natura. Il
suo <i>Initial</i> è un assemblaggio di tre
annate(nella fattispecie la sboccatura risale
all’Ottobre 2011…) e non è
proprio pulito con un ingente portato di
spontaneità(lieviti,incipiente ossidazione) a disegnarne il profilo.
Fiori,frutta,bella acidità e carattere ad appagare i sensi. Note legnose a ricordarci chi è il pittore e di quale
ulteriore pennello ha voluto avvalersi
per dipingere la sua opera d’arte…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">L’<i>Apotre</i> è
la proiezione dell’anima di David Leclapart. Cielo e Terra trovano
nell’Uomo il naturale <i>trait d’union. </i>L’Apostolo di<i> </i>David
è uno champagne grasso e strutturato,con una buona acidità e una certa
persistenza. La vinificazione in legno e la conduzione biodinamica del vigneto
e della vinificazione sono i canali attraverso i quali la grande personalità del
suo facitore finisce per tesserne la
trama. Una grande alternativa alla classicità e al conformismo. Sboccatura
Dicembre 2007.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Egly-Ouriet
è uno dei più emozionanti produttori di
Champagne. Emozione che si ritrova spalmata su tutte le etichette,diversamente
modulata,di intensità variabile ma sempre presente. Con “<i>Les Crayeres</i>” risuonano le trombe dell’Apocalisse. Sboccato
nell’Ottobre del 2010,ha il profilo organolettico di un riesling tedesco con la
<i>mousse</i>. Con le mazzancolle alla brace
è un tripudio dei sensi. Gli Dei dormienti hanno cominciato a destarsi. Cosa
vogliono significare quei mugolii inesprimibili che provengono dalla battigia?
E’ la lingua dei sensi che si smarriscono
in voluttuose spire e non sanno più uscire da labirintiche prigioni di
piacere. Accorrono le deità al nostro improvvisato e pietroso desco,quasi
come commensali giunti tardi al
banchetto,e non sanno se considerarsi invitate ,ed attonite ammirano i voli
pindarici che la fragile umanità sa spiccare
nonostante o forse a causa della sua irriducibile caducità. Con tante
presenze d’intorno ci sembra di far parte di qualcosa di più grande,galassia
nelle galassie,dove anima e carne si
compenetrano fino all’estasi che eleva e precipita,dal fondo dell’anima fino
alle alte vette dello spirito. Con “<i>Femme</i>”1995
di Duval-Leroy è l’apoteosi del gusto,l’orgasmo dopo l’attesa,la freccia
scoccata dall’arco da troppo tempo teso,il compimento e la perfezione del
cerchio. Conchiuso il quale siamo liberi,nella libertà di mettersi finalmente a
nudo,corpo ed emotività. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRm7Qg7QTgCskDQZWpnmyeIsjoXTEOfq0ph3aHE3O1n9ZgxYAlpPd24hyoQ0H5vUdYzzl_qgzxE0IV8bZjb9oMwM3XzzrCJRYtDXTGgeGS_UDQ6pqbkJTitU-yjc6_l7WNL17dPC3syeg/s1600/20+.+vigna+2013.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRm7Qg7QTgCskDQZWpnmyeIsjoXTEOfq0ph3aHE3O1n9ZgxYAlpPd24hyoQ0H5vUdYzzl_qgzxE0IV8bZjb9oMwM3XzzrCJRYtDXTGgeGS_UDQ6pqbkJTitU-yjc6_l7WNL17dPC3syeg/s320/20+.+vigna+2013.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-79453630128557659162016-06-14T01:12:00.001-07:002016-06-14T01:12:19.590-07:00VIGNANOTICA 2012 - Capitolo II° : il vino della luce<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Pablo
Picasso amava ripetere che il vero lusso consiste nel poter disporre di almeno
una bottiglia di champagne al giorno. Già,difficile dargli torto. Ma dove
gustarla al meglio? Dove rintracciare un adeguato scenario che ne rispetti il
lignaggio?Innumerevoli sono le possibilità,quante le molteplici declinazioni del piacere. Con chi come me adora la contemplazione del
mare,il suo smisurato potere evocativo,il senso d’infinità che trasmette,non
posso che condividere un segreto, forse ormai di Pulcinella.
Alte e bianche falesie che a strapiombo precipitano nell’abbraccio
dell’equoreo elemento che le ha generate,spiaggia di ciottoli,penombra amica
nelle numerose grotte scavate dalle acque sciabordanti e assidue,pini
d’Aleppo,l’ulivo e il carrubo,profumi di macchia mediterranea,sconfinati
silenzi:il sacro luogo è la Baia di Vignanotica. Un tempo inaccessibile se non
dal mare e popolata da sterminate colonie di Gabbiani reali,oggi la splendida baia
garganica conserva la primigenia magìa nei giorni infrasettimanali,prima che
s’accenda il delirio estivo. Vi
giungiamo di martedì, quasi equidistanti dalla consueta invasione festiva,e in uno dei suoi bellissimi anfratti
sistemiamo il nostro campo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sì,non siamo
comuni gitanti. Ma “Bevitori d’Alta quota” in azione,studiosi della “beva
enoica consapevole” in missione:Antonio Lioce,Antonio Marino,Rosario Tiso. Al
seguito rechiamo il seguente armamentario eno-gastronomico:gamberoni e
seppioline per ricchi spiedini di pesce,pane di Monte S.Angelo,olio
extra-vergine d’oliva e pomodorini per robuste bruschette,mere sfiziosità quali
olive leccesi piccanti e scaldatelli di
Manfredonia,<i>n’duia</i> calabrese e… soprattutto…una qualificata batteria di
champagne. In ordine sparso:Egly-Ouriet Brut Tradition Grand Cru,”La Closerie” di Jerome Prevost,”L’amateur”
di David Leclapart ,lo champagne Brut Tradition Blanc de Blancs Millesimè 2007
di Fernand Thill e il classico Brut di Pierre Legras. Gli Champagne di
Egly-Ouriet sono il prodotto di una fermentazione rispettosa della Natura,dove
lavorano lieviti indigeni,e non subiscono alcuna filtrazione. Questo Grand
Cru,da uve chardonnay e pinot noir,assembra quattro annate di uve pregiate da
vecchie vigne 100% grand cru. Jerome Prevost è allievo di Anselme Selosse. Ne
“La Closerie” Cuvèe Les Beguines,Blancs de Noirs,Extra-Brut,la filosofia è
quella tipica del vigneron borgognone:Pinot Meunier invecchiato in legno per
poche bottiglie tutte giocate sull’eleganza e la complessità. Con “L’amateur”
di Leclapart,Cuvèe Blanc de blancs,Extra-Brut,Premier cru,si sconfina
nell’universo biodinamico. La fede nel pensiero di Steiner,l’ossequio ai grandi
ritmi naturali e ai tempi e alle pratiche dettate dal calendario di Maria Thun
e una forte spiritualità sono la cifra dell’uomo e del vinificatore.
“L’amateur” si fa ponte fra la terra e il cielo. Nel Brut Tradition di Fernand
Thill si coglie una mano enologica lieve per favorire una bollicina fresca e
delicata così come nel classico Brut di Pierre Legras.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La brace
sfrigolante incalza,leviamo dunque i calici.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Siamo qui,in
un Santuario della Natura,autentico compendio della mediterraneità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Tutto
trasuda poesia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Un asciugamano
lasciato sulle pietraie assurge a traccia di memoria,dai radi bagnanti un
riverbero di calda umanità,un’occhiata delle passanti diventa una pennellata di
colore sulle grigie tele delle nostre esistenze.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il vento
compone melodie mai sentite che rallentano i tumulti del cuore,mentre le ombre
si distendono e sopraggiunge la sera e il sole si inabissa dietro gli spalti
rocciosi e le sentinelle arboree che contornano l’orizzonte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il tempo ha
corso troppo in fretta e comunque più della nostra voglia di gioire e di godere
per i doni di questo giorno benedetto. Ma oggi siamo in pace col mondo.
Abbiamo celebrato una meraviglia
dell’umano ingegno e della sua alacre operosità:lo Champagne<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Vino esile e
sfuggente come una gazzella<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Vino
assorto,come un vecchio saggio<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Vino
elegante e misterioso,come un cigno emergente dal buio di acque sciabordanti
nella notte<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Vino
gregario,che aiuta a legare con gli altri uomini<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Vino corale
e polifonico,che dalla fumèa alcolica emerge e tratteggia le forme
del piacere <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ogni anima dovrebbe inoltrarsi,sospinta dalla beva ,senza più approdi,nel dominio dei
sogni e del vagheggiamento che solo dà un senso di completezza<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Non bisogna
aver paura di volare alto e di volere troppo:il passo indietro,la contigua
condizione prudenziale,è il volare basso e il voler troppo poco.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMFgZuP679iaOafVNsyG3hGSb8Ewdt6pr9q3AIcVQCPME5BiwmUA00u4ZmAE9eLiKt2jSEzFRhwMSajFQw5S8aqif78CFA_YTSktCHPmdR2dZOP7pljn0hyphenhyphenR0hAdqDA-nG_bMDzDrTk4k/s1600/19+.+vigna+2012.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMFgZuP679iaOafVNsyG3hGSb8Ewdt6pr9q3AIcVQCPME5BiwmUA00u4ZmAE9eLiKt2jSEzFRhwMSajFQw5S8aqif78CFA_YTSktCHPmdR2dZOP7pljn0hyphenhyphenR0hAdqDA-nG_bMDzDrTk4k/s320/19+.+vigna+2012.jpg" width="221" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-68596065936917166202016-06-13T00:38:00.000-07:002016-06-13T00:38:02.701-07:00“Vignanotica” capitolo I° : Le origini<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Alcuni anni
orsono, un’idea balenò nella mente del
“Degustatore Indipendente” e “Bevitore d’Alta quota” Antonio Lioce. Si era
fatta pressante l’esigenza di coniugare l’estasi sensoriale ingenerata dall’esperienza
enoica e l’incanto suggerito da quei luoghi che sono magici nel loro essere
punto d’incontro di più infiniti:l’elemento equoreo che si fa mare,il respiro
dell’universo che si fa cielo, l’insondabile precipizio dell’anima nell’atto di
esprimere l’eterno. Simile fraseggio interiore non è prerogativa di tutti: è riservato
solo a spiriti capaci di ascoltare la voce delle onde che narrano arcane
leggende,di intendere le parole d’amore
recate dal vento,di nutrirsi di luce,di
profumi,di ozio,di abbandono. Così bastò scegliere la baia più bella del mondo,
la cosiddetta “Baia dei Gabbiani”, e i vini preferiti del momento, e uno splendido sincretismo esperienziale prese
corpo: nacque l’evento “Vignanotica” . La “prima” fu la volta del Serpico 1999 dei Feudi di S.Gregorio e del Poggio Golo 1998 della Fattoria del Cerro.
L’anno imprecisato è stato coperto dalla patina discreta della dimenticanza,ma
le emozioni sono presenti come tracce indelebili nei cuori dei due compagni d’avventura che tentarono da
subito e in solido l’impresa: Antonio Lioce e Rosario Tiso. Fu tale la bellezza
del momento che si temette di non riuscire a riviverla. La seconda volta di
Vignanotica quasi ci colse di sorpresa. Raccattammo dei vini quasi
frettolosamente,il Terre Alte di Felluga, il Camelot di Firriato e l’Ognissole
dei Feudi di S.Gregorio, e corremmo ancora una volta alla Baia delle nostre più rarefatte passioni. Fu ancora un
successo e finalmente capimmo : eravamo destinati all’assoluto, proprio noi, proprio
lì. E pensammo, quasi naturalmente, al vino della luce:lo Champagne. Da quel
momento in poi il viatico etilico avrebbe parlato solo il linguaggio delle più
classiche delle bollicine. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso</span><span style="color: #555555; font-family: "Garamond","serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFUb87z-8uaSjqJfcWjyIvXGS7nTZztvbM5sTHc1Ym8G6Z-hRbyh8RKaGzNetJLeVonD0XWUIGnNRHP63mgC1WcdtnM4qVXKrS-eTp5SxlCBZTW4xg9ZO0ai_a3Nv8LLE1b8Pe4ipXhXk/s1600/vigna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFUb87z-8uaSjqJfcWjyIvXGS7nTZztvbM5sTHc1Ym8G6Z-hRbyh8RKaGzNetJLeVonD0XWUIGnNRHP63mgC1WcdtnM4qVXKrS-eTp5SxlCBZTW4xg9ZO0ai_a3Nv8LLE1b8Pe4ipXhXk/s320/vigna.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-74897226948668047212016-06-11T03:11:00.001-07:002016-06-11T03:11:19.638-07:00Locanda Bosco San Cristoforo<div class="MsoNormal">
C’è un posto nel bosco, tra Motta Montecorvino e San Marco
La Catola in provincia di Foggia, che profuma di antico e di cose buone, riluce
di bellezza e di integrità, trasuda umanità ed autenticità: la “Locanda Bosco
San Cristoforo”, ex “Greentime”. Il verde,
“green”, è il suo colore. Il colore del manto arboreo che l’avvolge da più
parti; il colore della speranza del suo “patron”, Giuseppe di Iorio, di
conservare “puro” uno spicchio di mondo per potervi svolgere un’esistenza
naturale insieme ai suoi amici. Perché alla “Locanda Bosco San Cristoforo” è
difficile restare clienti. Sei rapito da un sottile fraseggio interiore al
primo sguardo, di persone che ti guardano negli occhi. Ogni fortilizio formale
cede di schianto:vuoi partecipare di quell’empatia! Dell’ultima volta alla
Locanda, ricordo di un’uva pigiata coi piedi per dar vita ad un vino
particolare, il “Fraccato”. Perché presso la Locanda ha sede un’azienda
agricola biologica e il “Fraccato” è il frutto più pregiato del “vitarium”
aziendale. Alcuni giorni dopo la festa della pigiatura ricordo che promossi una degustazione dei vini della Locanda. <span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Come antefatto procedemmo allo stappo,o per meglio dire alla
sboccatura,di una falanghina spumantizzata realizzata col metodo classico in
quel luogo remoto e silvano. Lo “<i>champagne”</i> si chiama “Breccioloso”;il luogo
della vigna è nei pressi del Bosco di
S.Cristoforo, sul limitare della provincia di Foggia che occhieggia al Molise. Lo
trovammo coralmente intrigante:bella
sapidità,bella acidità,per nulla banale. Vale la pena perciò spendere ulteriori
parole. L’azienda produttrice, come già detto,
si chiama “Agricola Biologica Belvedere” ed è una creatura di Giuseppe di
Iorio, assicuratore prestato all’agricoltura dalla sua immensa passione per il
vino, come la “Locanda Bosco San Cristoforo” che la ospita. Tre i vini
prodotti: il ROSSO MALVONE ,aglianico in purezza ottenuto senza diraspare,il
FRACCATO,rosato da uvaggio<span style="color: red;"> </span>in vigna di uve
bianche e rosse come vuole la tradizione e impreziosito da un’arcaica pigiatura
con i piedi e infine il BRECCIOLOSO ,falanghina spumantizzata secondo i dettami
del metodo classico ma senza sboccatura. Proprio l’esigenza di liberarsi delle
fecce suggerisce una procedura artigianale di
“<i>degorgement” </i>: ad uno strato
di cubetti di ghiaccio di qualche centimetro posto in un contenitore qualsiasi
si aggiunge del sale grosso che funge da moltiplicatore dell’azione di
raffreddamento del ghiaccio. La bottiglia si inserisce “di collo” nel ghiaccio
e dopo mezz’ora di <i>freezer </i>ecco
palesarsi un cilindretto di ghiaccio sotto il tappo a corona privo di “<i>bidule”</i>. L’apertura della bottiglia e la
spinta dell’anidride carbonica liberano il cilindretto che imprigiona i lieviti
morti e restituiscono un prodotto limpido e pronto alla beva. Da tempo non vado
alla “Locanda”. Ma è il momento di ritornarci
per rinverdire la pervicace voglia di
sano e di salubre che alberga in ognuno di noi. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRd5AKvfCefVyVmA0Z6s6-pdZ_wYai1wRhGjv7UvnK_ekAyFFKLEeJi3UjXhLWSPMPOFVPMSY7JHbkEMDa4I88e35kUXoQsNooO8mcn9CutabFvVkFhZwcflQX6zIRlOO0F1TQKgGfeS8/s1600/17.+Locanda+Bosco+San+Cristoforo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRd5AKvfCefVyVmA0Z6s6-pdZ_wYai1wRhGjv7UvnK_ekAyFFKLEeJi3UjXhLWSPMPOFVPMSY7JHbkEMDa4I88e35kUXoQsNooO8mcn9CutabFvVkFhZwcflQX6zIRlOO0F1TQKgGfeS8/s320/17.+Locanda+Bosco+San+Cristoforo.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-36117771415001130942016-06-10T03:30:00.002-07:002016-06-10T03:30:53.571-07:00“La Lanterna” di Mattinata<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Nell’approssimarci al ristorante “La Lanterna” di Mattinata poco
o niente faceva presagire una cucina così
magistralmente interpretativa della quintessenza storica ed emozionale del cibo territoriale. Ma l’amico
e sodale di bevute che era con me mi aveva avvertito:chi non è avvezzo (ma anche
chi lo è…)a preparazioni culinarie “daune” dovrebbe mangiare tutto quello che con
maestria lo <i>staff</i> reca ai tavoli con ritmo rapido e incalzante.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Il locale si presenta
carino,lindo e accogliente,di chiara impronta mediterranea,con il bianco e
l’azzurro a colorare i pensieri. Troppo spesso ci imbattiamo,nelle nostre
scorribande gastronomiche,in luoghi ameni
che faticano a centrare la sufficienza qualitativa,specie in località turistiche
di una qualche rilevanza. E qui siamo nel cuore dell’<i>enclave </i>garganica. Troppo spesso si dipana sulle papille gustative
dell’avventore di passaggio il “compitino” dei piatti della correttezza e della
prevedibilità,rassicurante e banale. Qui,al contrario,tutto trasuda genuinità e
rivela un atteggiamento di “resistenza” ad ogni omologazione. Dove è
possibile,oggi ,ritrovarsi a gustare tante minute prelibatezze come quelle
sciorinate dalla cucina de “La Lanterna”? Dalle zucchine fritte alla mozzarella
secca ,dalle “crudità” di mare a
delicate preparazioni di pesce fritto o al forno è tutto un tripudio di sapori.
Fino alla regina incontrastata della tavola ,la pizza,fatta di volta in volta
con lievito “madre”. Saporosa,croccante,con i pomodorini che sanno di
pomodorini,con aromi che richiamano alle radici della mediterraneità,con una
tessitura leggera e fragrante che si riverbera lieve sul portato complessivo
delle libagioni fino a farti credere di poterne mangiare “<i>ad libitum</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ancor più sorprendente l’offerta
dei vini e delle birre. Quasi un luogo di confine nella sua essenziale nudità,”La
Lanterna” offre possibilità enoiche che si farebbe fatica a rintracciare anche
in una grande città. Soprattutto per la qualità
nella varietà. La scelta dei vini è caduta su di un binomio inedito e intrigante:Petit
Chablis 2010 di Billaud-Simon e l’Alfiere bianco <i>senza
dosaggio</i>,metodo classico di Croci,anch’esso figlio del millesimo 2010.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Il primo sprigiona didatticamente al naso “nuances” di pietra
focaia ,espressione del <i>terroir</i>
dell’isola <i>chablisienne </i>,sospesa fra
Borgogna e Champagne. Il colore vivo e brillante racconta la cura profusa dal
suo facitore in ogni fase della sua
realizzazione. E’ una beva piena e appagante. Con l’Alfiere di Croci le correnti gravitazionali del gusto ci
issano sul pianeta “Ortrugo”.
Misconosciuto vitigno dell’oltrepò piacentino,in versione spumantizzata con
rifermentazione in bottiglia è stupefacente. Solo mille esemplari di puro
godimento. Un’acidità abbondante,insieme sapida e minerale,è la cifra degli <i>champagne</i> o metodo classico verticali e
tesi molto apprezzati in questi tempi.
Ma c’è chi preferisce gli <i>champagne</i>
classici,dai profumi biscottati e mielosi,dalle sfumature odorose di
spezie,di marmellate,di brioche,dove il
lavoro dei lieviti è un’ombra olfattiva irriducibile. Ebbene,nell’Alfiere ogni gusto trova di che deliziarsi. E
l’autoctonìa dei lieviti lascia un’impronta che presto diverrà inconfondibile
per gli appassionati. Futuro radioso
attende la creatura di Croci,stella fulgente nel firmamento enoico di “Les Caves de Pyrene”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Ah,”La Lanterna”!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Più che in un ristorante ,sembra di entrare in una fucina del gusto dove c’è voglia di sperimentare e provare cose nuove in un clima che rasenta sovente la
festosità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">C’è una certa “calda” atmosfera
che si respira.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Lo sguardo deciso e sincero del “patron” fa da
contraltare all’aereo servizio di una
fanciulla che non dà mai l’impressione
di essere in affanno ma sembra scivolare ,quasi a sfiorarti,frusciante e
leggera fra i tavoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Stremati dall’ingente portato calorico avremmo avuto bisogno
di un caffè. Ma sono arrivati i dolci ad
aggiungere una ulteriore,esponenziale frazione
di piacere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Chi si reca a Mattinata cercando
una tavola <i>gourmet </i>è certo che qui la
trova e senza quel sussiego tipico di chi crede di lambire l’eccellenza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">E questo è, ve l’assicuro, la
ciliegina sulla torta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD-PiqS7Zj3JiNMnS5HfSvvwuw__FyJAidGcGMpkeZ7C_-tn53jXmDoSA2GbjGVbx0c_Kzclny6sL1Uof-wV1cIkrJNtloAAeP4QBQzQb7YOoWSXCH5NmbCGreVQ8ueTG6SAHV8F1KCsU/s1600/16.+La+Lanterna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD-PiqS7Zj3JiNMnS5HfSvvwuw__FyJAidGcGMpkeZ7C_-tn53jXmDoSA2GbjGVbx0c_Kzclny6sL1Uof-wV1cIkrJNtloAAeP4QBQzQb7YOoWSXCH5NmbCGreVQ8ueTG6SAHV8F1KCsU/s320/16.+La+Lanterna.jpg" width="320" /></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-57040516132317292912016-06-05T03:21:00.001-07:002016-06-05T03:21:10.908-07:00Le Giare<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10.0pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;">Da Massimo Lanini
del ristorante “Le Giare” di Bari stravolgere la consueta e “sedicente”
corretta grammatica enologica è una regola, non l’eccezione. Ogni volta che ci
si approssima al “personaggio” e al suo desco è un’avventura. Cibi dai sapori impeccabili
fanno da sfondo dinamico a vini dalle suggestioni uniche, sovente misconosciuti
e scovati da Massimo nel suo eterno girovagare ed incespicare enoico. I vini
che Massimo propone al bicchiere in
pirotecniche e arbitrarie successioni non sono i migliori, non intendono
neppure gareggiare, ma hanno tutti un comune denominatore: la vocazione di
scatenare la convivialità. Non c’è nulla di caricaturale e costruito in quei
nettari dalle trame inconsuete. Sono piuttosto vini da bere copiosamente, agili,
sapidi, vivi. Di una vitalità che subliminalmente te la ritrovi dentro. Invano, sorso dopo
sorso, l’ignaro avventore insegue riferimenti analogici noti per nomare il
profluvio di sensazioni inedite che avverte montare da arcane sorgenti
interiori. Non resta che l’abbandono alla gioia, al divertimento, al piacere.
Addio nominalizzazioni e tecnicismi!! Quando un vino rispecchia la Natura è
come un uomo che non ha eguali ma
simili, compagni di cordata. Vedere schierate diverse bottiglie a semicerchio e
pronte allo stappo, impazienti di stupire e di stregare, è rivoluzionario.
Perché noi non siamo liberi. Condizionamenti, pregiudizi, miti enoici di ogni sorta ci hanno nutrito fin
dalla nascita alla beva. Ma abbiamo il potere di pensare intenzionalmente e
possiamo, come ha fatto Massimo, creare con la mente il cambiamento ed
implementare un sorta di “rinascimento” enoico che passi attraverso mani che
toccano la terra, sensi che si dispiegano liberi nelle praterie del gusto e
desideri come farfalle dell’immaginazione che si posano di nettare in
nettare a suggerne gli incantevoli umori. Al ristorante “Le Giare” è possibile
tutto questo perché Massimo ha cercato e trovato il suo posto nel mondo. </span><span style="background: white; color: #141823; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;">Ecco la breve descrizione di
alcuni dei vini assaggiati l’ultima volta da Massimo : Cesanese del Piglio
Superiore DOCG “Civitella “2012 di Mario Macciocca, saporito, goloso e nel
contempo ampio, di timbro mediterraneo, racconta la sua terra con levità e
sostanza, sempre ritto nella beva mai cadente nonostante il grado alcolico non
certo trascurabile; Cristiano Guttarolo ed il suo rosato,“Violet”, un rosato
tutt’altro che morbido,liscio,patinato come tanti pugliesi. Piuttosto scontroso
all’inizio , conquista poi per il carattere e si sente il canto della vigna
avita, quel Primitivo del nonno tanto amato; Ed infine il “Belle Vignole” 2013
della “Tenuta Macchiarola” di Domenico Mangione. Un Fiano così insolito non
l’avevo mai bevuto. Da sperimentare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10.0pt;">
<span style="background: white; color: #141823; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;">Rosario Tiso</span><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10.0pt;">
<span style="background: white; color: #141823; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_Iake059YVOrrJVGXUM9MeGv05XwAUh2iaSFuOT_PIA4BbgiLu-jQlVcbeCskJ5usxrwBpjo68nGnqgDtJDuEJPKkkCD3m2YLOyNcyDOpWRGQCHhsRTRnQJuxrhkbN-hb5YuriGQsLOY/s1600/15.+Le+Giare.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_Iake059YVOrrJVGXUM9MeGv05XwAUh2iaSFuOT_PIA4BbgiLu-jQlVcbeCskJ5usxrwBpjo68nGnqgDtJDuEJPKkkCD3m2YLOyNcyDOpWRGQCHhsRTRnQJuxrhkbN-hb5YuriGQsLOY/s320/15.+Le+Giare.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10.0pt;">
<span style="background: white; color: #141823; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10.0pt;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-25379413250916699142016-05-29T03:10:00.001-07:002016-05-29T03:10:38.293-07:00Al Primo Piano<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Vediamoci
domani per un caffè:questo l’arrivederci
intercorso fra il gruppo di “Les Caves de Pyrene” e Nicola Russo, “chef” e titolare del ristorante “Al Primo Piano” in quel di Foggia. Si era stabilita l’ora
mediana per incontrarsi, propizia per un aperitivo. Invece l’estro di Nicola
Russo covava già altri scenari organolettici :perché mai,per un semplice
saluto,telefonare di notte ad un produttore di mozzarelle e prenotare per
l’indomani una “bufala” da tre Kg.? Senza neppure rendersene conto ci siamo
ritrovati attorno allo stesso desco in sette,travolti da un insolito destino
eno-gastronomico: Ezio Cerruti, Nicoletta Bocca, Christian Bucci, Fabrizio
Iuli, Paolo Veglio, lo chef e il sottoscritto. Da lì è partita una delle
esperienze gustative più appaganti degli ultimi tempi. Nicola ha esordito con
trancetti di pizza al pomodoro e alla cipolla prodotti in uno degli ultimi
forni a paglia della provincia di Foggia,una vera delizia. Poi l’irruzione al
centro del tavolo di un “ treccione” di “bufala” della Masseria “Li Gatti” di
Torremaggiore, quella della telefonata notturna. A sostenerne la succosa
opulenza un Franciacorta Satèn 2008 di Arcari e Danesi. Quindi si è passati a
un duplice “primo”,l’uno espressione del territorio ,l’altro un inno alla
mediterraneità:”Troccoletti con verdure selvatiche campestri e granelli di
nocciole d’Alba” ,nel contempo foggianità ed omaggio alla terra originaria
degli ospiti,seguiti da “Paccheri ai pomodorini
gialli di Orsara, olive taggiasche,capperi di Salina e pecorino
pugliese” scenograficamente collocati su di un ceppo ligneo di faggio della
Foresta Umbra. Al “Dodo” 2011,sangiovese in purezza prodotto da Arnaldo Rossi
della “Taverna pane e vino” di Cortona, il compito di innaffiare le sublimi
libagioni. Il “secondo” ha visto la condivisione quasi unanime(Ezio ha
degustato un formaggio erborinato di pecora abruzzese delizioso…) di una
bistecca oversize di vacca podolica con 30 gg. di frollatura cotta a
“tagliata”. Le strisce di carne erano accolte
da una base preventivamente disposta nei piatti:pennellate di aceto
balsamico con olio extravergine di oliva,sale nero piramidale di Cipro e,quasi
in un angolo,cucchiaiata di piccoli frutti rossi ove intingere la carne a
tratti per un apporto di acidità. La beva è proseguita con un Gattinara 2004 di
Nervi. Per il gran finale Nicola si è
affidato alla ricotta di pecora( prodotta per uso quasi domestico da un cliente
del locale e all’uopo approntata) ridotta ad una crema e sormontata da un
profluvio di fiori eduli:calendula,begonia,nasturzio,ginestra e violetta
cornuta. A seguire piccole ciangolerìe
di Domori. Su di loro si è deciso di far splendere il “Sol” 2008. Stupenda performance
dunque per lo chef Nicola Russo,in
grande spolvero per gli amici di “Les Caves” e
sempre più abile e geniale ai fornelli. Spesso lo chef dice della sua
arte:non preparo cibi,regalo emozioni. Stavolta possiamo ben dire ,scrutando i
visi radiosi degli astanti,che alle parole son seguiti i fatti . L’emozione era
palpabile. Grazie Nicola per lo splendido regalo …di un caffè!! L’umanità
carezzevole e premurosa profusa nell’accoglierci ti qualifica umanamente e professionalmente e come opportunamente ha puntualizzato
Christian Bucci, è bello pensare che i vini di “Les Caves de Pyrene” siano
ospitati in una simile alcova gastronomica. Decisamente un
momento da serbare gelosamente nel
tesoro dei ricordi più belli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBr5nSuO2FL3l_learddNkihqDTD7xTCEe40LIL83elP2UafGbTs5mZ9SHkoma2qlX5z6WS89XIC40bIYdBTr538lxbEfNr6kzU6R0Q_F_Jd2-P6ZT_OEJ1lihpdSMFQcT6oQhT_sMWGc/s1600/14.+Al+Primo+Piano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBr5nSuO2FL3l_learddNkihqDTD7xTCEe40LIL83elP2UafGbTs5mZ9SHkoma2qlX5z6WS89XIC40bIYdBTr538lxbEfNr6kzU6R0Q_F_Jd2-P6ZT_OEJ1lihpdSMFQcT6oQhT_sMWGc/s320/14.+Al+Primo+Piano.jpg" width="232" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-58277583693156548752016-05-14T00:56:00.001-07:002016-05-14T00:56:20.966-07:00Bacco & Perbacco<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 14pt; line-height: 115%;">Nello splendido scenario di Piazza Duomo a Lucera campeggia, da assoluto faro eno-gastronomico e diretta
emanazione dell’anima dei suoi facitori, Pier Paolo Petrilli , il suo socio
e valente collaboratore Luigi Bimbo e il
grande chef Domenico Grasso, la vineria-ristorante “Bacco & Perbacco”. Pescare
dalla sua “sapiente” carta dei vini e degustarne le succulenti e creative proposte gastronomiche è la sorte del
viandante eno-gastronauta che varca la soglia di questo locale, sincreticamente esprimente il piglio del wine-bar e l’<i>aplomb </i>del ristorante di<i> “charme”. </i>Tutto merito di Pier Paolo e
di Luigi,delle loro scelte. Capaci di
snocciolare agli “intimi” i loro saperi
con un eloquio chiaro e stringente, sono sempre più ottimi comunicatori del vino ,vincendo un’iniziale, palpabile timidezza. Ogni singola etichetta presente nel locale parla
</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">del</span> <span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">loro gusto e del loro immaginario vinicolo ed il bere qui diventa un costante fraseggio con
il “<i>genius loci” </i>del luogo di
provenienza del nettare nel bevante. La mia prima volta da “Bacco e Perbacco”
nella “location” di Piazza Duomo, se la memoria non mi inganna, narra
di un Primitivo inedito, l’Antello delle Murge 2007 di Cristiano
Guttarolo, veramente sorprendente. Prodotto naturale,senza l’ausilio della
chimica di sintesi, è un primitivo ancestrale che si avvale solo di tecniche di
vinificazione tradizionali con il riverbero discreto di un passaggio in legno. Chiarissimo l’incipit
olfattivo richiamante le amarene sotto spirito. Sanguigno. Sui toni
dell’eleganza e del furente portato tannico,tralaltro molto ben integrato,il
Sagrantino di Montefalco “Pagliaro” 2006
di Paolo Bea. Qui si sale in altri e alti cieli organolettici. Una lunga
macerazione sulle bucce produce una tessitura fitta e dona uno spettro
aromatico complesso. Nonostante ciò il
vino sciorina frutto e spezie in grande <i>souplesse,</i>esplode
in bocca con una ridda di<i> </i>sapori senza saturare i sensi e conserva
freschezza e bevibilità. Nella versione passita il Sagrantino 2006 di Bea
ammalia. Dolce senza essere stucchevole, persistentissimo, suadente, seducente,
profuma di frutta ed esala spezie fini e delicate. Armonia e solo un velo
impalpabile per il poderoso tannino. Sovente un distillato di Capovilla, tratto
da una carta dei distillati di
primissimo ordine, chiude le tante storie da raccontare su questo autentico antro di delizie che
è “Bacco & Perbacco”. Riguardo all’aspetto gastronomico, c’è da
rilevare una crescita irrefrenabile del
livello qualitativo delle preparazioni culinarie. Lo chef Domenico Grasso propone sempre nuove sfide gastronomiche agli
astanti e si mangia sempre meglio. Ogni
volta, un’autentica avventura del gusto.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9STM7_KeGV55G-N-6sNj2zsF6NTJU4nxy3xvS3tq_FZb_tK-7h7heRiwAArqA2JI_nk2fs2gYbWEGwms60J441UCyxC37JiUlENi2q32pmzBUerbnHl9sheaq2eRato-qqhvZ7dXTpaI/s1600/13.+Bacco+%2526+Perbacco.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9STM7_KeGV55G-N-6sNj2zsF6NTJU4nxy3xvS3tq_FZb_tK-7h7heRiwAArqA2JI_nk2fs2gYbWEGwms60J441UCyxC37JiUlENi2q32pmzBUerbnHl9sheaq2eRato-qqhvZ7dXTpaI/s320/13.+Bacco+%2526+Perbacco.JPG" width="240" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-80877892910635083532016-05-07T02:00:00.002-07:002016-05-07T02:00:44.337-07:00Aspettando il “Clos du Mesnil” 1998<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">E’ stato un
assoluto privilegio, nel mio incessante peregrinare enoico, condividere col “Degustatore indipendente”,
nonché “Bevitore d’Alta quota”, Antonio
Lioce la passione per il vino. Tante ed emozionantissime le bevute condivise,
con alcuni indiscussi vertici qualitativi. Primo fra tutti quello che coincide
con l’universo dello champagne Krug.
Ricordo con quanta assidua e pervicace determinazione l’abbiamo braccato da
sempre. Innumerevoli le “Grande Cuvée” degustate. Poi l’impresa , anche
economica, di abbordare l’ambitissimo novero dei millesimati. Dato l’elevato
costo, sono sempre stati fuori dalla nostra portata; ma il forte, visionario e
immaginifico desiderio profuso nel raggiungerli ha piegato spesso gli eventi, finendo per
concederci svariate ed incredibili occasioni di beva. La nostra prima volta in
assoluto è riconducibile ad un calice estemporaneo del millesimo 1981,
offertoci generosamente da amici facoltosi sul finire degli anni ’90. Ma la
prima, vera, “nostra” bottiglia, risale al gennaio 2001 con il Krug 1988.
Indescrivibile l’entusiasmo. All’epoca non avevo ancora il vezzo di scrivere di
vino e di raccontare gli eventi. Posso solo ricordare la nostra inadeguatezza
ad analizzare il profluvio di sensazioni
che travolse ed ammutolì la nostra imberbe
capacità di codificarle. Fu proprio una prima volta, nel vero senso del
termine, tutta emozionale, disincantata e inspiegabile. Il vero battesimo del
fuoco, nel senso di bevuta consapevole e profonda, era di là da venire. Ma non
attendemmo poi molto: Krug 1989, 12 marzo 2004. Ad accompagnarlo il Cristal
1996 di Roederer ed un Giulio Ferrari
del 1992. Esagerammo con la quantità, ma cominciammo a capire la qualità.
A noi piace talvolta lo stile aereo di certi “Dom Perignon” e l’eleganza
suprema di taluni “Cristal” , ma quel che più ci entusiasma è tutto questo con l’aggiunta della struttura
grassa e avvolgente dei Krug , specie dei millesimati, la loro innumerabile complessità, il
riverbero acceso del lavorìo sotteso dei lieviti che li hanno forgiati con
esiti finali che giungono fino ai prodromi della poesia. Se l’81 e l’88
presentarono dei lati severi pur nell’espressione del carattere della maison (
crema pasticciera, nocciola tostata, burro fresco, crosta di pane ), l’89 ci
spalancò le porte del supremo piacere per la sua dolcezza, il tocco vellutato,
il sapore levigato. Sperimentammo per la prima volta, previo il Krug, l’estasi
enoica!! L’anno dopo, il 29 dicembre 2005, ci concedemmo l’assoluto privilegio
della chiusa del mitico triduo 1988-89-90 con il Krug del 1990. E’ l’unico
campione in seguito ribevuto, e risultò assolutamente sontuoso, complesso,
godurioso. Anche allora nessun commento scritto ma una fortissima impressione.
Pure il Krug 1996, bevuto nel gennaio del 2008, non è stato adeguatamente
raccontato. Se volessi farlo adesso, rischierei di ripercorrere sentieri
narrativi già battuti. Meglio astenersi dal chiedere conto alla memoria di
quella remota esperienza sensoriale. In compenso il Krug 1990, bevuto il 29
luglio del 2009 per festeggiare Giorgio Gaetani ( 1/3 della “Setta dei bevitori
estinti” ) nel giorno del suo compleanno, è stato debitamente descritto come
pure l’ultimo della serie, il Krug 1998, bevuto il 12 maggio del 2012. Quel
giorno ci chiedemmo: a quando il prossimo rimarchevole champagne targato “Krug”
? Nulla faceva presagire che avremmo acquistato, qualche anno dopo, una
bottiglia di “Clos du Mesnil” 1998 . E’ destinata all’evento “Vignanotica
2016”. E’ già un’altra avventura, intrisa di un sogno<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a> che
si appresta a diventare realtà.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixoh5Hny9WKdFYzNEF2mC0s3omqCbM35dSbg3PNB5HlpS1gWbI350ssLxf_01CX-y6RmCuq-c1zBAQ7v436N48ssSrY7to9rXtUDoL8faUqxgoKmVhwbqeZLzphdQ4unSNez8AzUjrm8U/s1600/12.+Aspettando+il+Clos+du+M%253Besnil.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixoh5Hny9WKdFYzNEF2mC0s3omqCbM35dSbg3PNB5HlpS1gWbI350ssLxf_01CX-y6RmCuq-c1zBAQ7v436N48ssSrY7to9rXtUDoL8faUqxgoKmVhwbqeZLzphdQ4unSNez8AzUjrm8U/s320/12.+Aspettando+il+Clos+du+M%253Besnil.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-56320449803451250212016-05-04T00:56:00.001-07:002016-05-04T00:56:43.683-07:00Opus wine<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Nel reticolo di strette
viuzze e stradine inerpicanti che disegnano il centro storico di San Giovanni Rotondo ,vezzosamente raccontato nella toponomastica
con lo storico idioma locale affiancato
all’italica nomenclatura, c’è uno slargo segreto,una minuscola corte che accoglie
l’ingresso di un ristorante (chiamarlo osteria o wine-bar sarebbe riduttivo)
“sui generis”,una landa anarchica in un tessuto culturale rurale e
contadino,uno sprazzo “cittadino” balenante nel crepuscolo di un malcelato e
strisciante provincialismo,ingenerato dalla storica chiusura dei popoli
garganici: l’OPUS WINE.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Il nome non è pretenzioso. La
citazione e riferimento al più grande vino della storia enologica degli
“States”,creatura di Robert Mondavi ,l’Opus One, non azzardato. Basta varcare
l’uscio per comprenderlo. Lo sguardo è attratto da un profluvio di eccellenti
bottiglie che riposano negli scaffali di legno incastonati nella pietra,alcune
vetuste e impolverate,gravide di promesse di piacere. Ci vuole sensibilità e
soprattutto competenza per udire l’inudibile fruscio della qualità. La stessa
che si evince da ogni dettaglio dell’arredo e del contesto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Si respira un’atmosfera familiarmente
rarefatta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Già “ENOITECA dei Forni” ,il
locale è la realizzazione del sogno di distinzione di Giuseppe Placentino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Giuseppe,un personaggio e
un’istituzione a S.Giovanni Rotondo,dalla prorompente personalità,ha sviluppato
un “modus vivendi” tutto suo, incentrato fin nei tratti
estetici sulla ricercata raffinatezza. Quindi ha trasferito la sua poetica in tutto quello
che ha creato. Suo figlio, Pietro Placentino, ne è l’erede e, come spesso
accade quando ci sono doti umane non comuni, il moltiplicatore. Perchè l’OPUS
WINE è molto di più dell’ENOITECA dei Forni che lo ha generato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">E’ un gruppo affiatato di
uomini che lo animano con un calibratissimo mix di leggerezza e
professionalità; è un progetto di divulgazione della cultura vinicola e
gastronomica che si piega alle esigenze della gente senza sussiego e percorsi elitari; è un afflato spirituale che sfocia
nella premura amichevole , nell’intento di farti godere ogni qualvolta siedi ad uno di quei tavoli lindi e caldi
d’accoglienza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Da Foggia è una sorta di
pellegrinaggio pagano recarsi all’Opus Wine. Spesso siamo partiti alla
ricerca della felicità e dell’oblio,di
quelle nebbie alcoliche così care al versante immaginifico delle nostre
menti,di quel calore umano così prezioso ai nostri cuori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Se non di solo pane vive
l’uomo,l’anima esulta di fronte allo scorrere trionfante di una serie di preparazioni
culinarie che rispecchiano fedelmente il territorio e l’eccellenza delle sue
materie prime. Sembra di mangiare, più che a casa propria, nella casa delle
case, dove convergono e si sintetizzano rivisitazioni,saperi,astuzie
gastronomiche di una civiltà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">In una delle tante sere, ad
aprire le danze un ricco antipasto, autentico festival di sapori mediterranei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">In tondo nel piatto scopriamo
succulenti asparagi,fagiolini umettati di aceto balsamico della casa(delicato e
untuoso lo ritroviamo asperso su di una
fetta di mortadella d’oca scottata su di una piastra rovente),”ciambotto” di
patate e melanzane,trancio di pizza rustica,mozzarellina di bufala,melanzana
gratinata sormontata da un velo di mozzarella. Rustici salumi sopraggiungono a
bilanciare la debordante nota vegetale. Simili sfiziosità per un bianco sapido,
nervoso, fresco: un Riesling Kabinett Trocken 2008 “Manderling” del produttore
Weegmuller. Il Pfalz-Palatinato è da un decennio in forte ascesa nelle
quotazioni enologiche mondiali. Questo Riesling
dimostra ampiamente che il Pfalz non ha nulla da invidiare ad altre zone della
Germania storicamente più vocate nella produzione di vini di qualità. Un
Riesling di prim’ordine, una vera sorpresa!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Si passa, quasi già
definitivamente appagati, alla “terna” dei “primi”. Tre piatti di uguale, stimolante creatività. L’abbrivio
è affidato a dei “Ravioli di ricotta di
bufala e spinaci”conditi con burro,pancetta tesa tagliata a dadini,parmigiano
ed una sventagliata di tartufo proveniente dai boschi del Gargano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Poi è la volta di un assaggio
di “Paccheri con pesto di rucola” dal sapore forte e piacevolmente
ammandorlato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Ad innaffiarli uno Chablis
Premier Cru Beauroy 2007 del Domaine Hamelin. Non si direbbe uno chardonnay. Il
naso ha un tale portato minerale e focaio da lasciare allibiti. Si è incerti
fra l’attribuirgli un profilo organolettico da riesling alsaziano o un nerbo da
poully-fumè. Ma è certamente un grande
chardonnay,atipico,catalizzatore degli umori terrosi che percorrono il suolo
della regione dello Chablis.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Al terzo “primo”,una versione
rivisitata della classica”Pasta alla Norma” siciliana,è il momento del rosso. E
che rosso: l’etneo Serra della Contessa 2004
di Benanti. Da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, il cuore della
più remota autoctonìa siciliana, è un vino intrigante, vulcanico, sapido, di
superiore energia, succoso, dalla bocca trascinante, minerale, vibrante, dall’inconfondibile
“imprimatur” territoriale. Una vera prelibatezza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Uno “Stinco d’agnello” con
contorno di patate ci vede soccombere ai
prodromi della saturazione. Si attende ansimanti il finale e le dolcezze del
preannunciato “Tortino al cioccolato”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Nell’attesa il dialogo
volteggia come una farfalla sulle nostre pienezze e, sulle ali della nostalgia,
si posa su racconti di viaggi e desideri di evasione. La recente morte dello
scrittore portoghese Saramago, ultimo supremo cantore della “saudade” lusitana,induce
al vagheggiamento della bellezza di Lisbona,della lucentezza dei suoi
“azulejos”, dello splendore dei suoi miti,della grandezza di Pessoa. Come
d’incanto Matteo Melchionda, l’anima gemella e socio di Pietro Placentino nella
conduzione dell’Opus Wine,interpretando
la sottile emozione che ci pervade e come sospinto e guidato da un
angelo della gioia,ci reca una bottiglia non richiesta di Porto Tawny di 10
anni del produttore Ramos Pinto
proveniente dalla “Quinta de Ervamoira”.E’ il segnale di una magica
fusione fra l’immaginifico e il reale,fra mondi concreti e suggestioni
spirituali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">E tutto si ricompone in armonia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTOWa0I4bTFfjAo0id8aIrIMhJdlUKgMXcrcHLk1UXPgiuiBhnmhG7iK4kJx3Fb7bP9QkYuYs3H97XGkKBFep3iiBtFzpB9Rc1o2wHRjdTJj2y9iYNZT35M8pFt2SNo7kl7JM1OWMHn6E/s1600/11.+Opus+Wine.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTOWa0I4bTFfjAo0id8aIrIMhJdlUKgMXcrcHLk1UXPgiuiBhnmhG7iK4kJx3Fb7bP9QkYuYs3H97XGkKBFep3iiBtFzpB9Rc1o2wHRjdTJj2y9iYNZT35M8pFt2SNo7kl7JM1OWMHn6E/s320/11.+Opus+Wine.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 20.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-31597147477283831042016-02-21T09:06:00.004-08:002016-02-21T09:06:49.268-08:00Wine-bar "Cairoli"<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="mso-cellspacing: 0cm; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;">
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ci sono
giornate da incorniciare.<br />
Bellissime e inutili come oggetti d'arte.<br />
Quando,su di un campo di impressioni autunnali,fioriscono note primaverili.<br />
L'autunno è quello dell'età più che delle stagioni,che colora sempre più la
mente,gli occhi,il cuore.<br />
La giovinezza progressivamente si allontana e si dissolve,ed è appannaggio di
chi, dell'esistenza, raccoglie or ora il testimone.<br />
In giornate come questa la vita irretisce,seduce,pungola come ai bei tempi, ed
invita al viaggio nelle pieghe dei dettagli di cose già obliate.<br />
Scompare la fatica, si risveglia la curiosità, si trasforma il piombo in oro.<br />
Fin dal mattino un “cd” musicale tanto
amato (l'ascolto di"Musicante" di Pino Daniele). mi ha rimesso al mondo. E in virtù del
potere evocativo della musica si è aperto uno squarcio nella memoria. Come
d'incanto si è materializzato il fantasma dell'anno trascorso ad Anzio,dove
ho fatto il militare e ascoltavo tutto il giorno le canzoni di Pino Daniele
nell'Ufficio della Fureria. Ampi finestroni davano sul lungomare e ammiravo i
tramonti più belli del Mediterraneo. Quel periodo mi ha scolpito l'anima.<br />
L'assidua frequentazione della capitale (andavo a Roma quasi tutti i fine
settimana) mi servì a scrostare ulteriormente la patina di provincialismo che
mi portavo addosso e che l'esperienza abortita dell'università non aveva
intaccato.<br />
In una realtà cosmopolita e vibrante di fermenti vitali respiravo il mondo,le
razze;occhieggiavo alle mille possibilità che contiene un'esistenza.<br />
In mesi febbrili di emozioni e scoperte ho vagliato innumerevoli
esperienze,conosciuto, sofferto, amato.<br />
E soprattutto ho scoperto quanto,ad
uno sguardo ampio ed aperto,debba corrispondere, come l'altra faccia di una
stessa medaglia, uno sguardo segreto,attento al particolare, per rintracciare
il microcosmo più adatto ad accogliere e promuovere la propria evoluzione.<br />
Ora a Foggia,nella mia città,c'è un luogo dell'anima dove i tanti rivoli di
energia dispersa negli anni,nei posti e nelle situazioni più
disparate,sembrano aver trovato una sintesi.<br />
Il vino è un pretesto.<br />
E anche la cultura che ne è naturale corollario.<br />
Qui,fra questi tavoli,passa il mondo. Quello vero.<br />
Basta saperlo attendere e riconoscere.<br />
Occorre solo quello sguardo segreto,più attento e più acuto,che si sviluppa
negli anni dopo sbornie di amori,viaggi,relazioni.<br />
Ecco cosa narra il testo della canzone "Gli amici" di Francesco
Guccini :<br />
"..I miei amici veri<br />
(purtroppo o per fortuna)<br />
non sono vagabondi o abbaialuna;<br />
per fortuna o purtroppo<br />
ci tengono alla faccia:<br />
quasi nessuno batte o fa il magnaccia.<br />
Non son razza padrona,<br />
non sono gente arcigna,<br />
siamo volgari come la gramigna;<br />
non so se è pregio o colpa<br />
esser fatti così:<br />
c'è gente che è di casa in serie B.<br />
Contandoli uno a uno<br />
non son certo parecchi,<br />
son come i denti in bocca a certi vecchi;<br />
ma proprio perchè pochi<br />
son buoni fino in fondo<br />
e sempre pronti a masticare il mondo.<br />
.........................<br />
Per quello che ci basta<br />
non c'è da andar lontano<br />
e abbiamo fisso in testa un nostro piano:<br />
se e quando moriremo<br />
(ma la cosa è insicura)<br />
avremo un paradiso su misura,<br />
in tutto somigliante<br />
al solito locale,<br />
ma il bere non si paga e non fa male.<br />
E ci andremo di forza,<br />
senza pagare il fio<br />
di coniugare troppo spesso in Dio....."<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Amo
pensare che il mio "solito locale" sia il <b>wine-bar Cairoli<br />
</b>dove sono diretto, anche stasera, <br />
come di ritualità consueta.<br />
<br />
<br />
Rosario Tiso<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8R0SkjGrVo8QR-8oRzVo0mFBjNT2qfFRdmhcfZ5E94RRiXfUu_TL6OQyUfSkbUv1XDoeRuyMMAmVrN2RP1xmaqQ7W4wzCR9RVITqhisdIN3m6zWSACD3WIYQyj5snZzQqsrUftZd_K1s/s1600/10.+Wine+bar+Cairoli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8R0SkjGrVo8QR-8oRzVo0mFBjNT2qfFRdmhcfZ5E94RRiXfUu_TL6OQyUfSkbUv1XDoeRuyMMAmVrN2RP1xmaqQ7W4wzCR9RVITqhisdIN3m6zWSACD3WIYQyj5snZzQqsrUftZd_K1s/s320/10.+Wine+bar+Cairoli.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-4550904255285074452016-02-07T08:18:00.001-08:002016-02-07T08:18:23.708-08:00La regola del 4<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quelli che hanno deciso di
bere tutto quanto profumi di qualità senza farsi irretire da inutili steccati
ideologici e che si sono conseguentemente auto-definiti “Bevitori Ecumenici”, non
disdegnano sovente di tentare l’Alta Quota come da consuetudine consolidata ma
con un intento discriminatorio nuovo: la regola del 4. Dopo aver navigato in
tutti i vini, il Bevitore sviluppa una propria
poetica. La mia consta di quattro momenti fondanti. Da loro discende la
regola del quattro: GIOIA,DIVERTIMENTO,PIACERE,OBLIO. La gioia è il colore di
ogni mozione finalizzata al bere. E’ l’abbrivio naturale che predispone
all’allegria e al divertimento. Quando si beve si ride! Poi divampa l’emozione e con essa il piacere,il
movente supremo dell’umano prodigarsi. E quando al culmine dello spasmo emotivo
si teme la risacca ecco che ci soccorre l’oblio col suo manto consolatorio. Per
questo è una follia pensare ad un vino senza alcol;chi ci recherà l’oblio,la
panacea di tutti i mali,il tocco sanificatore? La scelta dei vini, ancor prima
che essere tecnica, deve considerare la
regola del 4 , regola “aurea” quanto universale del bevitore che si è evoluto
verso quella sorta di completezza che lo rende più di un valente degustatore:essere consapevolmente
uomini è più bello e vale di più. Per innescare la giusta sinergia i vini
devono essere veri. E un vino è vero se lo è il suo produttore. Non si sfugge a
questa semplice regola. Ci sono piani subliminali in cui tutto si fa
chiaro:dalla passione di un vignaiolo sognatore scaturisce una realizzazione enologica
che racconta una storia. Il “Bevitore Ecumenico”,che si è liberato dalle
zavorre pseudo-intellettuali del sedicente esperto e che assapora il cuore
della vita,è l’unico capace di ascoltarla. E di narrarla a sua volta,come in
una sorta di novella tradizione orale ed emozionale. La soddisfazione si fa
totale e la gioia di vivere continua, tracimante ad ogni gesto, ad ogni parola.
I “Bevitori” ormai “Ecumenici”, hanno di che godere, costantemente in Alta
quota e con la regola del 4 .<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rosario Tiso <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbW18C3y4tE5GM_g1LrVSjitg42dzZi6-9jFja88F5A8yH5qOhrgGQjatnCHPMjea5z8-Nu1NtbaRWEdPpsKrHdMwTwaSu0nor3dY9oJm_QRT2mH7IbWPAB9uddtJIku57m06YHIUD70Q/s1600/DSCN1115.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbW18C3y4tE5GM_g1LrVSjitg42dzZi6-9jFja88F5A8yH5qOhrgGQjatnCHPMjea5z8-Nu1NtbaRWEdPpsKrHdMwTwaSu0nor3dY9oJm_QRT2mH7IbWPAB9uddtJIku57m06YHIUD70Q/s320/DSCN1115.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-74455498479263768432016-02-02T11:40:00.000-08:002016-02-02T11:40:12.535-08:00I Bevitori d’una volta<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Col
diventare un “Bevitore Ecumenico” credevo di aver tratto la mia
barca enoica in rada. Lontani i settarismi, i randagismi, gli elitarismi nella
beva e una felice e sincretica ricomposizione di tutte le istanze. Ma la vita è
eterno movimento e non finisce mai di fornire ulteriori spunti di riflessione.
Alcuni settori della critica enologica, attività in gran parte parassitaria e
supponente, da un po’ di tempo propongono come universali propri e
personalissimi criteri di valutazione ,
mischiando le carte antiche e sempre nuove dell’arte della degustazione. Se un
tempo la ricchezza in estratti, il grado alcolico, la possanza e
l’intensità erano percepite in generale
come qualità, adesso qualcuno tende a prediligere la bevibilità, la
digeribilità, una sorta di non meglio definita levità , ma soprattutto dichiara
il primato dell’acidità fra gli elementi portanti e strutturali di un vino, in
sostanza preferisce la verticalità. I
vini acidi sono preferiti a quelli suadenti e mentre i primi, nel nervosismo
della trama, si ritengono espressione di vitalità, nei secondi, nella
placida armonia del tocco, si crede di
intravvedere una sorta di stucchevole piattezza. Dopo aver per anni irretito i
produttori ,spingendoli verso uno stile
produttivo volto all’ottenimento di parossistiche concentrazioni in vigna che
ha portato progressivamente all’ottenimento di uve sempre più ricche e
zuccherine, si vorrebbe dagli stessi una sorta di “dietro-front” stilistico e si declamano i pregi di vini esili,
vibranti, sapidi a scapito di quelli opulenti, caldi, morbidi che sono
però i
soli nettari che possono scaturire dalle suddette uve. Ma chi l’ha detto
che l’alto grado alcolico non è cosa buona? Che la tendenza dolce è
disdicevole? Che l’equilibrio è noioso? Così, come per incanto, si respingono
veri gioielli dell’enologia mondiale osannati fino al giorno prima. Prendiamo
il caso del “Kurni”, uno dei vini più controversi degli ultimi tempi. Chi non
lo apprezza può nascondersi e salvarsi dal pubblico ludibrio solo dietro alla
massima latina del “De gustibus non disputandum est”. Il “Kurni” è un nettare sontuoso, dalla trama
incredibilmente ricca e saporosa. Lo sanno anche quelli che non lo apprezzano.
Però lo criticano. Il doppio passaggio in legno nuovo è il “cavallo di Troia”(
insieme ad una sensazione diffusa e montante di dolcezza) utilizzato per
parlarne male, anche perché sul rigore
produttivo in vigna e in cantina siamo di fronte ad una realtà esemplare e
irripetibile e difficilmente reprensibile. Ma quando lo si beve, ed è qui il
punto, non è come ciucciare la gamba di
una sedia come quando si degusta un campione della Napa Valley e come vorrebbe
suggerire qualche detrattore! Il “Kurni” sciorina un equilibrio fantastico e i
tannini ellagici sono perfettamente integrati; il frutto è esplosivo, le spezie dolci, il grado
alcolico importante. Poi c’è chi dice che è buono, ma non si riesce a finire la
bottiglia. Forse “loro”, i dispensatori di un simile giudizio, non riescono a finire la bottiglia! Non certo
ha questo problema chi ama il vino, è aduso a berne e non ha bisogno della
sferza acida e della freschezza per incentivare
la beva! E soprattutto vede nell’alcol una colonna portante della
costruzione enoica e non un nemico. Sono tanti i bevitori un po’ fragilini, che
svengono dopo qualche bicchiere! Dovrebbero cambiare mestiere, altro che
critica enologica!! Andrebbe loro
suggerito il campo delle limonate e affini !!!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-size: 14.0pt;">Che nostalgia i nobili e sapienti “Bevitori d’una volta” ,
quelli che bevevano e apprezzavano quasi tutto , che raramente innalzavano
steccati ideologici ed erano rispettosi del lavoro altrui, quelli sempre pronti a meditare davanti ad un
bicchiere e ad involarsi ed obliarsi su ali alcoliche e che non badavano poi
tanto al cibo e non pensavano a chissà agli abbinamenti , sempre disposti
all’ulteriore bicchiere chiarificatore. Quelli hanno fatto la Storia del vino,
e non il puttanaio “
intelletual-radical-chic “ odierno.</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdgIvlx52OsqA7SckxPlCgPv_cZHxXqmdYaa2xHrYiwrSazY_gZ1WU4WTGrcRcjKtbdydzg6gRxaMQNFQzOc3YubnX6vSyQTSouqvOQDlW_UnCEY7-C-sEZlJbPMXsLWs_a4vt7OD1kIU/s1600/8.+I+Bevitori+d%2527una+volta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdgIvlx52OsqA7SckxPlCgPv_cZHxXqmdYaa2xHrYiwrSazY_gZ1WU4WTGrcRcjKtbdydzg6gRxaMQNFQzOc3YubnX6vSyQTSouqvOQDlW_UnCEY7-C-sEZlJbPMXsLWs_a4vt7OD1kIU/s320/8.+I+Bevitori+d%2527una+volta.jpg" width="320" /></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-30293297417826464622016-02-01T09:58:00.001-08:002016-02-01T09:58:48.858-08:00Il Bevitore Ecumenico<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Chiunque
conosca il mio percorso sulla strada della consapevolezza enoica sa che non ho
mai avuto l’ossessione di trovare un
approdo,un ricovero intellettuale o di costruire una cosmogonìa vinicola che mi
appagasse; bensì la spinta ad esplorare,tentare le strade più ardite,perché il
vino è un universo infinito. Credevo che questa tendenza così
complessa,articolata ed entusiasmante non
sarebbe durata tutta la vita. Così sono passato dalla “Setta dei Bevitori
estinti” ai “Bevitori Randagi”, dal “Simposio dei Gaudenti” ai “Bevitori d’Alta
quota” e agli “Sfracanati”. E quando sembrava tutto compiuto, ecco attendermi un ulteriore passaggio,l’approdo al gradino
più alto della scala evolutiva del degustatore appassionato: il diventare un “Bevitore
Ecumenico”. La critica enologica è quella specie di consorteria sovranazionale collocabile
idealmente fra una lobby e una casta (portatrice di una sorta di “lebbra”
intellettuale )che ci ha fatto ritenere pregi del vino o comunque addendi qualificanti le <i>nuances</i> dette “gout de rancio”(gusto di
rancido),“merde de poule” (escrementi di pollo), “goudron”(catrame) e svariati
sentori animali quali la “pipì di gatto”
,l’afrore che promana da un “cavallo sudato” ,il vezzoso “foxy”,sentore
di volpe in fuga dal corno dei
cacciatori,etc. etc. Chi avesse osato sollevare obiezioni circa l’esistenza e la valenza positiva di
simili amenità era ed è sbeffeggiato e deriso col malcelato intento di
promuovere l’insorgenza di un senso di inadeguatezza nel reietto. Quando
trattasi di campioni particolarmente vetusti poi ,è roba da setta esoterica.
Bottiglie aperte con cautele chirurgiche e attese ore,giorni (a volte
settimane!!), bevute cerebrali,descrizioni mirabolanti e criptiche e chiusa d’ordinanza con la
fatidica frase che non è vino per tutti i palati. Chiaramente…ed
ovviamente…quasi nessuna possibilità di riscontri o smentite. Chi ci libererà
da queste menate autoreferenziali,dalle bottiglie ritrovate nelle stive delle navi naufragate o
dimenticate in remoti recessi di cantine sotterranee e immancabilmente ancora e
miracolosamente buone? Dai “brunelli” centenari e dai “porto” ultracentenari?
Dagli champagne bevuti quando non ci sono più bollicine,dai vini bianchi
costretti a fare i rossi da lungo invecchiamento,da rossi ormai decrepiti e
capaci solo di identificarsi nel paradigma dell’ambiguità formato dai termini elegante,fine
ed etereo che in ultima analisi sono parole che non sai mai quello che vogliono
veramente significare? Ai saccenti,ai supponenti,ai ricchi, ai “rigattieri del
gusto” ,coloro che quando avvertono in
degustazione un che di putrido,marcescente,mefitico si mettono a fare i
curiosi,dico: bevete e godete finchè potete,ma capirci qualcosa è questione
ardua,aperta,irrisolta e irrisolvibile. Insormontabile la montagna del gusto
personale. Opinabile qualsiasi costruzione intellettuale. Fallace la facoltà
dei sensi. Per cui ognuno invecchi come più gli aggrada e cessino i rumori di
battaglia e si smantellino gli schieramenti:non è più tempo di pontificare. La
verità enologica è un Giano “bifronte” con la faccia dell’Autarchia a
contrapporsi all’Ecumenismo enologico. Se da un lato ciascuno deve fare i conti
col proprio estro,la propria individualità,la soggettività del proprio schema
sensoriale(ho conosciuto degustatori che di fronte all’obiezione di eccessiva
acidità in un vino sostenevano la bontà dell’aceto!!),dall’altro è del tutto
infondato qualsiasi teorema di superiorità organolettica . Non ci resta che
amare tutti i vini. Sarebbe ingeneroso
infangare l’operato di tanti uomini appassionati solo perché sostengono uno
scenario gustativo alternativo al nostro o parlare di un Dio minore per tanta
parte dei doni della vite. Il gusto
personale resta;l’universalità del gusto e del piacere sensoriale trascende la
nostra limitata esistenza. Pertanto non mi unisco a nessuna schiera,non
sostengo nessuna tesi esclusiva,non mi interessa nessuna battaglia di parte se
non a fronte di clamorosi delitti perpetrati a danno della collettività e della
Natura che ci ospita. La manipolazione agronomica ed enologica è una scelta
personale ed una prerogativa dell’uomo nell’atto creativo:se condotta con
onestà intellettuale non è perseguibile!! L’afflato artistico appartiene alla Natura?Non
sempre,e spesso è evidente il primato
dell’uomo : Valentini, Gaja, Gravner, Tasca d’Almerita, Marchese Incisa della
Rocchetta ,Romano dal Forno, Marco Casolanetti, Gianfranco Fino, Sergio Manetti
stanno a testimoniarlo e potrei continuare all’infinito. I vini che derivano da diverse visioni del
mondo della viticoltura e della trasformazione dei suoi frutti sono
diversissimi tra loro ma,al netto di ragioni meramente salutiste,c’è del buono in
tanta parte del mondo enologico(e non solo nel nostro recinto preferito!!)ed è
estremamente qualificante dal punto di vista umano ed esperienziale riuscire ad
ottenere il bacio del piacere in misura certamente variabile ma da più parti. Così
a me piacciono soprattutto i vini
cosiddetti naturali(più o meno veri,più o meno biodinamici:ormai bevo quasi
solo quelli!!) ma non ho motivo per rifiutare le costruzioni enologiche che
inseguono un ideale di classicità fondato sulla scienza enologica che da Emìle Peynaud
discende fino ai “guru” dei
nostri tempi, i Rolland, i
Cotarella, i Cipresso, girovaghi e contesissimi. A me non è mai capitato di seguire il pensiero dominante,mai. Ho
sempre aspettato il responso del bicchiere,il confronto diretto con la realtà
che intendevo affrontare organoletticamente. Quale verità è mai quella che al
di là della collina cambia,che non è stata e che presumibilmente non sarà,e che
sul più bello spesso naufraga e ti costringe a fideistici salti nel buio? Non
mi vergogno di quello che mi procura
piacere,di quello che me ne ha procurato e del piacere che verrà: tutto cambia
ma c’è qualcosa di più grande che tutto contiene. Così non butto nulla e cerco
di espandere i sensi per contenere la generalità delle sensazioni ingenerate da
una bevuta,senza steccati ideologici. Un cuore espanso è l’approccio più adatto
per andare incontro a nettari di ogni tipo e di qualsivoglia parte del mondo. E
a chi considerasse l’adesione al “tutto”
una sorta di qualunquismo rispondo con una massima che campeggia all’ingresso
di un monastero zen:” <i>Prima di praticare
per trent'anni lo Zen vedevo le montagne come montagne e le acque come acque.
Quando giunsi a una sapienza più profonda, vidi che le montagne non sono
montagne e le acque non sono acque. Ora che ho raggiunto l'essenza della
sapienza, sono in pace, perché vedo le montagne come montagne e le acque come
acque.”</i> <strong><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">Ch'ing-yuan; </span></strong> ovvero “tutto si comprende,tutto si nega,tutto
si ritrova alla luce di una consapevolezza più profonda”. E alla fine si
accetta,perché un frammento di verità alberga in ogni cosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-EAhwYAoZUVBRMjQDtjxgXE6QnKftGuqqLeHJztP5BkAQCU4Ac-QNVYXeb-_Zz1tMDrkGURqJBrPEKUC1Fyw7MWM65-0IIlnpfxsH2L6N64hMnOaP1FXmzzNBfd0CgZOGZ5iV49HsvK0/s1600/7.+Il+Bevitore+ecumenico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-EAhwYAoZUVBRMjQDtjxgXE6QnKftGuqqLeHJztP5BkAQCU4Ac-QNVYXeb-_Zz1tMDrkGURqJBrPEKUC1Fyw7MWM65-0IIlnpfxsH2L6N64hMnOaP1FXmzzNBfd0CgZOGZ5iV49HsvK0/s320/7.+Il+Bevitore+ecumenico.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-65478495604296742682016-01-30T09:20:00.003-08:002016-01-30T09:20:48.970-08:00 Gli Sfracanati<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Udite,udite!!
E’ nato un nuovo gruppo di “gaudenti” !!
Traendo ispirazione dalla natura del loro più profondo e malcelato intento si
chiameranno “Gli Sfracanati”, al secolo Maurizio Romano, Francesco Gorgoglione,
Giuseppe Nazzaro, Massimo Galantini, Carlo Basetti e il sottoscritto. Il loro grido di battaglia, per accendere
la tenzone eno-gastronomica, è stato stabilito:
“AHIEAH,CHI S’ L’ABBUSCH S’ADDICREIA”. Per innaffiare l’atto fondativo, svoltosi
nella calda alcova del wine-bar Cairoli l’altra sera, la scelta è caduta su di
una quaterna enoica. Per cominciare,bollicine:Monsupello Brut 2008,metodo
classico da uve pinot nero dell’oltrepò pavese. Il fine perlage,la freschezza e
la sapidità dello spumante hanno ben
interloquito con un paio di spianate alla mortadella. Poi,il “Brolo
Campofiorin” Oro 2009 di Masi. Una sorta di Amarone in minore dall’afrore
spiccatamente ciliegioso ,ha preparato adeguatamente l’avvento del pezzo forte
della serata:l’Amarone “Costasera” 2008,anch’esso di Masi. In simile campione la
giacitura notoriamente soleggiata del vigneto ,fino ai raggi del sole morente,si
è riversata nel bicchiere:frutti rossi in confettura,rosa
appassita,spezie,prodigio alcolico perfettamente integrato in una tessitura
possente,dall’esito organolettico lunghissimo. E se col “Brolo” si era al
cospetto di un “NECTAR ANGELORUM HOMINIBUS”,con il “Costasera” si è passati ad un “NECTAR DEORUM HOMINIBUS”. Sontuosa è
stata anche la sponda gastronomica: bistecche scozzesi morbide e saporose e un plateau di formaggi a
pasta morbida,tra cui spiccava il “Blu” del Monviso. Con il dolce,chiusa da
“re” con il vino dei “re” : Tokaji,3
puttonyos sufficienti per sognare. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqSGCNndwKT3-QheBU4x6HiPmIAw-ZGSMMtcWS5Z1CfVtEshKJ_raf5XdBLjxHLR48tHBN_wAwOsC9WyzsNwrQD4JmhdSCqjLE-wVCZ7TkE8_Io7hwTEcRCBQ4Hhd3cr6SUy0i0lpev5I/s1600/6.+Gli+Sfracanati.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqSGCNndwKT3-QheBU4x6HiPmIAw-ZGSMMtcWS5Z1CfVtEshKJ_raf5XdBLjxHLR48tHBN_wAwOsC9WyzsNwrQD4JmhdSCqjLE-wVCZ7TkE8_Io7hwTEcRCBQ4Hhd3cr6SUy0i0lpev5I/s320/6.+Gli+Sfracanati.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-47706265790585376062016-01-28T08:46:00.001-08:002016-01-28T08:46:44.189-08:00Bevitori d’Alta quota<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La passione
per il vino ha segnato la mia esistenza. Sento spesso dire di me:”Considera il
vino la cosa più importante della sua vita!”. Non saprei. Certo è che sto in
perenne movimento,in un sempiterno viaggio enoico. Agli albori (parecchio
remoti) della mia consapevolezza,muovevo i primi passi alla cieca. Tutto era da
apprendere,provare,sperimentare. C’era ancora tutto da sbagliare. Ricordo con
stupore di aver attraversato anch’io la fase dell’acquisto di una bottiglia
solo perché aveva una bella etichetta! A ripensarci non mi pare possibile ma è
accaduto! Poi,giocoforza,ho iniziato a perfezionare l’arte di orientarmi nel
ginepraio delle denominazioni,dei vitigni,delle tecniche di vinificazione. Al
punto che ho visto sorgere in me, lentamente ma inesorabilmente, la prima
esigenza di bevitore adulto:approfondire con degli amici il rito della
degustazione con vini sempre più performanti. Era giunto il tempo del
“settarismo” enologico. Nacque così la “Setta dei bevitori estinti” ,tre bevitori
(Antonio Lioce,Giorgio Gaetani e il sottoscritto) uniti dalla comune
ammirazione per i grandi
bevitori-scrittori del passato:Mario Soldati,Luigi Veronelli ,Gianni Brera. Eroico
quel tempo. Nella calda alcova del wine-bar Cairoli di Foggia si giocava a
misurarsi con grandi bottiglie e ricche libagioni. Ma nulla dura in eterno e i
bisogni si evolvono. Giunse l’epoca del “randagismo” enologico. L’intuizione scaturì dai sontuosi
aperitivi meridiani del Sabato consumati nella consueta cornice del wine-bar.
L’aggregazione spontanea di assidui degustatori generò il movimento dei
“Bevitori randagi”. Non tutti però sanno o possono esserlo. Ci si può
incontrare per caso,voler bere assieme,ma portarsi dentro una sorta di stanzialità
congenita,come il proprio guscio per una lumaca,una sorta di fissità
intellettuale paralizzante e paralizzatrice. Scaduto il tempo
dell’innamoramento per qualsivoglia istanza,il vero bevitore assurge ad
ulteriori raggiungimenti enoici e spirituali. Un percorso ancora più arduo e singolare
m’attendeva:l’avventura dei “Bevitori d’Alta quota”. Gli ultimi nati
dalla mia irrequietezza poetica e dal mio estro quasi letterario
promettono di farne tanta di strada. Il bevitore randagio è come un passeggero
di un autobus guidato dal fato dove ad ogni fermata sale il primo che capita.
Il “Bevitore d’Alta quota” è lui stesso l’autista di quell’autobus e ad ogni
fermata fa salire solo autentici sodali,compagni di cordata,appassionati della
sua risma. Nel segno di una ricerca enoica sempre più qualitativa,più
spinta,più universale. Nel frattempo il versante squisitamente culturale del
mio percorso umano ed esistenziale si è
arricchito di un corso da Sommelier con felice conseguimento finale
dell’attestato di terzo livello. E’ poi
successo che ho imboccato il sentiero “Slow wine” . E ancora che sono
inciampato nei nettari celestiali della scuderia “Les Caves de Pyrene”. Tante
strade che conducono all’unica grande “casa” dei veri amanti del vino. Non so
quanto durerà questa fase così complessa,articolata ed entusiasmante. Forse
tutta la vita. So solo che il frutto della vite
è stato ed è il protagonista assoluto di queste peregrinazioni fisiche
ed intellettuali. E se prima bastavano qualche amico e il solito locale,adesso
è il mondo lo scenario in cui ci muoviamo,io e tutti i “Bevitori d’Alta
quota” con i quali incrocerò il
bicchiere. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ4mWhydN59fGviyOPTz9HHaASl_PDXdJqfv_MwW6WLAsqmTDEpfC5m7bGC8X44vVNCuSznmf0kwGu44M00qMOHd2Og1Kwt3j5eNc9cMwPdCqP2yml33IhGlG4ElrvuA29FD2GLbEqw84/s1600/5.+Bevitori+d%2527Alta+quota.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ4mWhydN59fGviyOPTz9HHaASl_PDXdJqfv_MwW6WLAsqmTDEpfC5m7bGC8X44vVNCuSznmf0kwGu44M00qMOHd2Og1Kwt3j5eNc9cMwPdCqP2yml33IhGlG4ElrvuA29FD2GLbEqw84/s320/5.+Bevitori+d%2527Alta+quota.jpg" width="212" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-17166473000692815632016-01-27T10:14:00.000-08:002016-01-27T10:14:08.006-08:00 Il Simposio dei Gaudenti<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="mso-cellspacing: 0cm; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;">
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quando mi
sono accostato per la prima volta con passione all'universo-vino,nutrivo la
segreta ambizione di bere tutti i più grandi "nettari" della
terra,sì da poter dire un giorno di non aver altro da scoprire,di possedere
ogni nozione e ogni esperienza,una sorta di condizione di totale
comprensione.<br />
Ormai so,a distanza di anni, incanutito nel viso e nelle intenzioni, che devo
accontentarmi della speranza di aver bevuto qualche buona bottiglia e nulla
più,tale è la vastità dell'offerta,la profondità delle annate,la messe di
eccellenze vinicole aggiunte all'esistente che rendono il mondo del vino una
realtà in continua espansione,con profili organolettici cangianti,di dimensioni
pressoché infinite.<br />
Ma nel piacere profondo,ineffabile della degustazione,quando si sfiorano per
un attimo tutte le corde del piacere e lo spirito si dilata ed entra in una
specie di "trance", manca poco per rasentare la felicità.<br />
E quella infinità che si è fallita in lunghezza e quantità la si centra, per
un attimo, in larghezza e qualità.<br />
Io che ho sempre creduto l'ingenuità appannaggio degli ignoranti e la malizia
ostacolo insormontabile per qualsiasi moto d'innocenza, ho iniziato a
sospettare che la reale comprensione delle cose non fosse direttamente proporzionale
al sapere e che l'aver bevuto tanto mi conducesse ad una sorta di nuovo
inizio,dove si è creduli davanti a qualsiasi fantasmagorìa vinicola,quasi
come un perfetto neofita,salvo poi saggiarla criticamente nel tempo.<br />
Son caduto sotto l'irresistibile malìa di tante mode e vini che mi hanno
sinceramente emozionato adesso stento a ricordarli.<br />
Credo in definitiva che l'amore per un vino sia fatto di cose in parte
inspiegabili,oscure.<br />
A volte i vini sanno smuovere dei ricordi e ciò è sufficiente ad agganciare
le nostre emozioni,perché se spazialmente siamo corporeità e
sensi,sentimentalmente abitiamo il dominio della memoria.<br />
Quel che sicuramente giova a coloro che si ritengono viandanti
"enoici" è il fitto e consueto fraseggio degli appassionati.<br />
Da mille strade,da sentieri diversi,da storie lontane,come raggi che si
asserpano all'unico "sole" del condiviso amore per il vino,ci siamo
ritrovati in sparuto lotto di aspiranti sommelier a cominciare una
frequentazione più intima e proficua.<br />
Il corso AIS è stato il luogo principe d'incontro e il primo e più vero
movente d'aggregazione. Ma senza quelle affinità elettive che oscuramente
attraggono animi apparentemente anche così diversi,non sarebbe scoccata
nessuna scintilla relazionale.<br />
Ci siamo ritrovati così,quasi magicamente,in sei attorno ad una
tavola imbandita al wine-bar Cairoli di Foggia: Filomena Zerrilli detta
"Filo", Tiziana Leone detta "Tizy", Giovanni Lombardi lo
"skipper", Lino Bua "il Bua", Antonio Lioce detto "Liox",
Rosario Tiso detto "Ros".<br />
Quel che ci accomuna è una spiccata propensione alla curiosità,uno sguardo
aperto sul mondo,una sete inestinguibile di conoscenza e di piacere.<br />
Ancora una volta il vino è il collante e il fine e detta i ritmi e gli umori
della relazione. Ad un sontuoso "primo" di "Paccheri" con
alici "millesimate" cantabriche e pomodorini osiamo accostare in
abbinamento un "sauvignon" della Loira,un Pouilly-Fumè di rara
leggiadrìa.<br />
L'appellativo "fumè" se lo merita tutto questo "nettare"
del Domaine des Berthiers 2008 del proprietaire-recoltant Jean-Claude
Dagueneau.<br />
Da una famiglia dall'impareggiabile "pedigree",una versione di
"sauvignon" golosa eppure fresca,complessa e nel contempo
fragrante. Sullo sfondo organolettico un velo di idrocarburi ammanta lievi
note speziate.<br />
Poi,con imberbe sfrontatezza,si è passati a tutt'altra musica:un etereo
Nambrot 2000 della Tenuta di Ghizzano.<br />
Rosso potente a dominante merlot,il vino ha richiesto pietanze di analoga
importanza volumetrica e succulenza e la partita si è giocata con carni
"chianine", "angus" argentino e perfino del cinghiale.<br />
Il tannino ancora graffiante del grande supertuscan ha trovato equilibrismi
gustativi efficaci.<br />
Finire col Muffato della Sala 2006 di Antinori e del cioccolato di Claudio
Corallo,per quanto il testo AIS suggerisca un distillato a fronteggiare
l'amaritudine del cacao,ha il sapore di un'autentica apoteosi conclusiva.<br />
Guardando gli occhi felici degli astanti,ascoltando il loro allegro
cinquettìo in un profluvio di parole,ho avuto la forte impressione di essere
al centro di un "Simposio" di gaudenti.<br />
Perché non sentirsi "carbonari" in un mondo in cui la regola sembra
essere l'omologazione? Nasce così l'idea e l'esigenza di darci un nome,un
motivo di distinzione.<br />
Uscire dal "randagismo" enologico.<br />
Sono fioccate le ipotesi. Chiamarsi "Sommelier per
sempre","Sommelier per caso","Nati
Sommelier","Finti Sommelier","I Sommelier di grano
duro", "Six for A.I.S." son state le proposte. Ma forse "Il Simposio dei Gaudenti"
,nell’alveo più generale dei bevitori “randagi”,potrebbe bastare.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Rosario Tiso</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn5Ame1ijDq1G2z0ez7dFx_g9E25OoPl3hxTvEC6dCSECiDLeY0s4vgR5H-K14MneJ2HuD1mgC6qat0E8daFtKAEoeKrO0MCZ7-xFR9rvuh4h_kY0U77f75yjpZiSM30jzWiNT5LfA6Ms/s1600/4.+Il+Simposio+dei+Gaudenti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgn5Ame1ijDq1G2z0ez7dFx_g9E25OoPl3hxTvEC6dCSECiDLeY0s4vgR5H-K14MneJ2HuD1mgC6qat0E8daFtKAEoeKrO0MCZ7-xFR9rvuh4h_kY0U77f75yjpZiSM30jzWiNT5LfA6Ms/s320/4.+Il+Simposio+dei+Gaudenti.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
<br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-8344897549909653662016-01-26T09:19:00.001-08:002016-01-26T09:19:32.216-08:00Gli Amici di Casa Marino<div class="MsoNormal">
Antonio Marino è un valente cuoco che definire dilettante
sarebbe riduttivo. In realtà la sua passione per la cucina si traduce nell’arte
di stare ai fornelli senza mai rinunciare all’eccellenza nell’utilizzo
delle materie prime e all’intento
creativo nelle preparazioni culinarie. Come ogni artista o sedicente tale vive
la condivisione di quanto elaborato come momento fondante ed obiettivo finale di tutta la sua opera. Da
qui,data la natura del suo afflato poetico,a condensare attorno a sé un
consesso di gastronauti il passo è stato breve. Nasceva un paio d’anni orsono, “<i>naturaliter” </i>il gruppo degli “Amici di Casa Marino”.Sin dall’inizio
si è formato uno zoccolo duro di fedelissimi frequentatori dell’affascinante ed
esotica abitazione del nostro “artista”,a diverso titolo partecipanti
all’allestimento di cene sempre più ricercate e sontuose:Rosario Tiso - in
veste di esperto vinicolo e addetto allo smaltimento rifiuti(nell’accezione
letterale del termine:colui che è deputato a buttare l’immondizia nel cassonetto più vicino,giù in
strada!),Roberto Pontone - quale poliedrica controfigura di “vip”(sosia di Gigi
D’Alessio,Tom Hanks,Filippo Nigro,Eugenio Corini <i>and so on</i>!) ed apportatore di dolcezza(a lui affidata la gestione,
quasi in monopolio, del dessert),Enzo Di Leo - nelle funzioni di “aiutante
cuoco” ed esperto “schiuditore” di “mitili”,Fabio Guzzo - il
laureato-ingegnere-capo del gruppo e
consigliere vinicolo in seconda,Antonio
Lioce - aspirante sommelier ed inconsapevole
biblista(specie nella pratica del
libro di ispirazione davidica delle <i>Lamentazioni</i>…)
- di scarsa utilità logistica ma dalla
grande carica umana ed esistenziale.</div>
<div class="MsoNormal">
La risultante di tale accozzaglia di variegata umanità è
stata la costruzione progressiva di una sorta di “simposio” platonico,dove il
momento della degustazione solo in apparenza riveste un’importanza capitale.
L’aspetto goliardico è altrettanto importante e nelle dinamiche dei nostri
incontri,quale immancabile corollario delle vicende sensoriali,si è sempre
assistito al dipanarsi di ampie disquisizioni filosofiche e facezie,in un
succedersi vorticoso di piacevolezze fisiche ed intellettuali.</div>
<div class="MsoNormal">
L’occasionale presenza di avvenenti bellezze muliebri(Mariarosaria
e Valentina, le figlie di Antonio Marino)di tanto in tanto arrichisce di calda
umanità e colora di vivace intelligenza la scena.</div>
<div class="MsoNormal">
L’alcol,vettore per eccellenza di ogni
vagheggiamento,depositario misterioso di un’arcana sapienza,anima e struttura
di impareggiabili teorie di nettari divini in bottiglia prima desiderati ed
inseguiti…poi bevuti,ha reso il viaggio intrapreso nel dominio del gusto
un’avventura dai contorni sfumati del sogno.</div>
<div class="MsoNormal">
Il dolce torpore dell’appagamento,il fresco bacio della
notte,il silenzio stellato che ha compreso( “<i>cum prehendere</i>” ovvero prendere con sé…)l’assiduo chiacchiericcio
dei nostri saluti sono i connotati consueti che caratterizzano l’epilogo delle nostre serate.</div>
<div class="MsoNormal">
“Gli amici di Casa Marino” sono sempre più gravidi di
vita,sempre più avidi di futuro,sempre più inclini alla speranza. Il loro
motto:”Alla prossima!”; il loro brindisi preferito:”Andò v’c…trov p’c” ossia
“Ovunque e comunque vada,troverai la pace”.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Rosario Tiso</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd-k2gkfjp4zfCo9IkwwUz2HcOOORwklN9alcWs6cQA8Sh7l64n7q7SfkDmpYIY24vmp3YpFZfTicl5Yf-gf-b6fLOmNiI4lU_n7mk9VEKqLbKPXzjHbObqVMcKPQFLhjJ7FB1z_nO5M0/s1600/3.+Gli+Amici+di+Casa+Marino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd-k2gkfjp4zfCo9IkwwUz2HcOOORwklN9alcWs6cQA8Sh7l64n7q7SfkDmpYIY24vmp3YpFZfTicl5Yf-gf-b6fLOmNiI4lU_n7mk9VEKqLbKPXzjHbObqVMcKPQFLhjJ7FB1z_nO5M0/s320/3.+Gli+Amici+di+Casa+Marino.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-60317934775291518702016-01-25T23:46:00.002-08:002016-01-25T23:47:00.908-08:00I Bevitori Randagi<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: "calibri";">Sorto da una costola della
"Setta dei bevitori estinti", ecco venire alla luce un nuovo
movimento, incentrato sull'amore per il vino, dove confluiscono le più
disparate esigenze gustative.<br />
Meno ingessati degli adepti di una setta e più poliedrici degli affiliati di un
gruppo organizzato, fanno dell'appartenenza uno "status" che
può risolversi anche in una sparuta apparizione, in un’estemporanea presenza.
Il mondo li chiamerà: “I Bevitori Randagi”. Per randagismo enologico si intende
quell'attitudine creativa, mediterranea, edonistica a levare il bicchiere ad
ogni occasione, prendendo le mosse da qualsiasi pretesto, aggregandosi e
disaggregandosi secondo l'estro del momento, carenti scientemente di progettualità,
senza un centro, una figura guida, una meta. Unica affinità: la comune, banale,
consueta inclinazione a percorrere i crinali del sogno e del vagheggiamento
enoico, sospinti da venti eterei spiranti da innumerevoli bottiglie, reali o
immaginarie.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: "calibri";">Una più buona dell'altra. Al palato
e nei desideri. Da braccare e possedere con i compagni di cordata dell'attimo
che fugge.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: "calibri";">L'idea di dare un nome a questa
informe ed affascinante creatura collettiva mi è venuta in uno dei ritagli
temporali consacrati all'aperitivo nei Sabati e Domeniche mattina, ormai
leggendari, del Wine-bar Cairoli di Foggia. All’ora del richiamo meridiano,
quando il portoncino si schiude alla luce del giorno dopo il meritato ed esiguo
riposo notturno, frotte di fedelissimi sciamano alla volta del locale. Dal banco
di mescita, nient'altro che il breve piano in legno e muratura dove a sera si
allineano geometricamente conti e ordinazioni, <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Lino Ficelo </span>officia il rito dell'accoglienza, da vero oste
benigno, autentico sacerdote dell'oblio, gravido di consigli, pronto a suscitare
ed insufflare nell'attonito avventore anche la più leziosa voluttà sensoriale,
nello stile senza tempo di una genuina cortesia e in un contesto squisitamente
amicale. <o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: "calibri";">Anime, le più disparate, si
asserpano al caldo ricovero al suono dei dodici rintocchi seminato dal
campanile del duomo cittadino. Non occorre conoscersi. Un rapido saluto e si
depone ogni maschera sociale in favore di un fragrante contatto umano , di una
frusciante sensualità, alla luce spesso rifratta da esuberanti bollicine. Non
sono in tanti a possedere l’autentico spirito dei “Bevitori Randagi” . In
questo pomeriggio di sole, di ispirazione e di ricordi la memoria me ne
suggerisce alcuni. Quelli per cui conta il fraseggio interiore che serpeggia
fra gli astanti, tenuto sempre vivo dallo scambio di sensazioni col bevitore
più importante, il bevitore in quell’istante più prossimo, randagio in quanto
intento <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nel vagabondaggio ondivago di
chi ricerca l’assoluto. E se qualche ginocchio si piegherà e finirà
simbolicamente nella polvere, sarà un estremo ossequio alla divinità bacchica
che ci sovrasta, dispensatrice di raffinate piacevolezze e di dolci torpori, di
stordimenti e di illuminazioni, in un esaltante gioco dei sensi perduti e
ritrovati. In questa dimensione non esiste il tempo. Il passato, il presente e
il futuro, in misura paritaria, concorrono a sostanziare idee ed esperienze. E
noi “Bevitori Randagi” lo siamo sempre stati, perché l’esserlo, più che una
condizione sociale e giuridica, è un moto dell’anima.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: "calibri";">Rosario Tiso<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYwjuwaEe6s8KRBqLU3gvlNWI8187CKkk_haE6UsPNxfbaWLv33_xrBA1VCe-9-l_mr-3Mr-keFHr-AzjxlKRWsmHhmpxnY_i422SQQyhSWkeASMMIFX_0UZbOGNJeLJJzhN5LSs9gJC4/s1600/4-i-bevitori-randagi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYwjuwaEe6s8KRBqLU3gvlNWI8187CKkk_haE6UsPNxfbaWLv33_xrBA1VCe-9-l_mr-3Mr-keFHr-AzjxlKRWsmHhmpxnY_i422SQQyhSWkeASMMIFX_0UZbOGNJeLJJzhN5LSs9gJC4/s400/4-i-bevitori-randagi.jpg" width="400" /></a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7800464088493431599.post-85731274492658209042016-01-25T23:42:00.001-08:002016-01-25T23:42:17.506-08:00La Setta dei bevitori estinti<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;">Quale
viaggio mi attende, fra lande sconosciute d'Enotria, che ogni profumo, colore, sapore
di ogni singolo nettare alla beva potrà <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>evocare?<br />
Costruirò attorno ad ogni bottiglia di vino un evento, per poterle degustare al
meglio. Coinvolgerò anche i miei compagni di cordata, gli amici appassionati <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>con cui condivido tutte le esperienze
d'assaggio che costituiscono una novità, così da custodire un resoconto più
corale delle sensazioni provate.<br />
Ma soprattutto, mi preme puntualizzarlo ,è l'incontro fra anime della stessa
natura che ha il potere di scatenare<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>certe dinamiche<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che sono <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>all'origine delle parole e dei fatti
intercorsi fra noi.<br />
L'amicizia fra bevitori <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scaturisce
spontanea, senza sforzo, solo per contiguità.<br />
Io, viandante enologico ancora in cammino, combattuto fra le sirene della
modernità dei vini-frutto, imponenti e costruiti, e il fascino della classicità
nella sua apollìnea perfezione e ardua comprensione, accolto con benignità in
ambiti professionali al cospetto di soggetti più consapevoli, ho avuto negli
ultimi anni l'ispirazione di <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>catalizzare
e canalizzare l'ansia di aggregazione dei più esigenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tra gli amici degustatori<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di Foggia.<br />
Per loro, sfibrati da lotte intestine per contendersi all'arma bianca le poche,
arcinote e costosissime bottiglie presenti sulla piazza foggiana, ho suscitato
la <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>formazione di diversi gruppi di
"degustatori".<br />
In principio fu la "<span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Setta dei
bevitori estinti</span>", sodalizio che mi ha visto impegnato, con <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Antonio Lioce</span> e<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Giorgio</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Gaetani </span>, nel tentativo di accedere al "gotha"
dell'enologia mondiale facendo leva sull'elementarissimo principio dell'unione
che fa la forza.<br />
L'idea del nome la mutuai dal suggerimento di un amico e dal film
"L'attimo fuggente".<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;">( Chi di voi
ricorda "L'attimo fuggente" di Peter Weir?<br />
E' uno splendido film nel quale il protagonista, il valente e carismatico
professor Keating, trasmette ai suoi studenti l'amore per la letteratura,
spronandoli a valicare i limiti asfissianti imposti dall'insegnamento
tradizionale e inducendoli ad esplorare lo sterminato mondo della poesia
universale con passione ed un nascente e sempre più personale senso critico.<br />
Infiammati, come solo i giovani sanno esserlo, i suoi allievi decidono di
riunirsi di notte per declamare versi di poeti misconosciuti o censurati,
scegliendo, a fungere da covo, una grotta nel bosco: nasceva così la
"Setta dei poeti estinti").<br />
A distanza di molti anni quelle atmosfere son rimaste impresse nella memoria.
Alle prese con l'esigenza di dare un appellativo ad un piccolo consesso di
gaudenti - <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Rosario Tiso</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">, </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Antonio</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Lioce</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">, </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Giorgio Gaetani</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> - </b>il ricordo di quel nome è sbocciato
provvidenziale :è bastato sostituire alla parola "poeti" quella di
"bevitori", quali ci onoriamo di essere, e... voilà…. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;">"La setta dei</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;"> </span></b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;">bevitori estinti"</span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;"> ha visto la luce!<br />
Non ci sono grotte, ma il <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">wine-bar
"Cairoli" di Foggia</span> ad ospitarci.<br />
Non ci sono poeti estinti, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ma grandi
bevitori "estinti" che hanno fatto la storia della critica enologica
del nostro paese e hanno salvato a più riprese l'universo "vino"
dall'oblio e dall'imbarbarimento: <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Mario
Soldati</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">, </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Gianni</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Brera</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">, </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Luigi Veronelli</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">.</b> Al
loro verbo, al loro stile, alla loro filosofia di vita attingiamo a piene mani.<br />
E' nata così una splendida avventura degustativa che, pur temporalmente
terminata, non ha mai smesso di incidere sulle nostre personali esperienze di
degustatori. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;">Degli
studenti di un college americano si riunivano di notte in una grotta nel bosco
a leggere poeti "estinti" che non trovavano spazio nella cultura<br />
accademica( <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Wittman , Donne, Marvell ). Siccome
il vino è anche "cultura", ho pensato di emularli, scegliendo quello
strano nome, per omaggiare quei grandi bevitori del passato a cui noi tutti
dobbiamo qualcosa.<br />
Veronelli è stato, <i>sic et simpliciter</i>, il salvatore di tanta parte del
patrimonio eno-gastronomico del nostro bel paese.<br />
Basti pensare, a titolo di esempio, al salvataggio del Picolit, celeberrimo
vino da meditazione(neologismo anch'esso di derivazione veronelliana!).A ROCCA
BERNARDA, in Friuli, si producevano solo poche bottiglie di questo prezioso
nettare, pesantemente falcidiato in vigna dal fenomeno dell'aborto floreale. Fu
Veronelli, che ne intuì l'eccezionalità, a convincere la nobildonna della
"ROCCA" a perseverare nell'imbottigliamento delle poche decine di
litri di quel liquido quintessenziale.<br />
Mario Soldati invece è l'inventore del viaggio eno-gastronomico. Dalle
splendide terrazze liguri di Tellaro, ha pontificato per anni in tutti i campi
dello scibile, culinario e non, formando intere generazioni di giornalisti
gourmet.<br />
Infine Gianni Brera, sulla carta cronista sportivo.<br />
E' stato Lui a salvare la vigna della Santissima Annunciata da cui Bellavista
trae oggi il celeberrimo, omonimo chardonnay e a sostenere chicche enologiche
adesso universalmente riconosciute. Lottò perchè non si abbandonasse la sua
coltivazione in quanto amava il vino che se ne produceva in maniera viscerale.
Come amava il Barbacarlo di Maga Lino, a suo dire il vino più imperfetto, tipico,
buono dell'Oltrepò<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pavese. Erano vini
come il Barbacarlo a suggerirgli l'immagine di qualità connessa alla capacità
di mondare lingua e palato, così di moda nella critica enologica odierna.<br />
Non c'era buono e gustoso che, a mò di segugio, Lui non snidasse. Autentico
paladino della bellezza.<br />
A loro idealmente, noi della "setta", ci ispiravamo.<br />
A quegli spiriti così illuminati.<br />
Cercando di seguirne le orme.<br />
Facendo della passione un surrogato della competenza e un sostituto
dell'esperienza.<br />
Alla ricerca del santo Graal:<br />
l'immigliorabile vinicolo.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;"><o:p> </o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;">Rosario Tiso</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYpvYII7Y-DXEuVvjHgXW5XyOtCloNjlpDlwO9_z6o95EZVmSt_hATlWj5R7fmcMbHelNmEnXOA9zrBSw12dAxsMTVkQ9uvseVl26jhM5LcIDnvEFsbl_Spcv1s8DonyJGfa0QqUV5_L8/s1600/3.+Setta+dei+Bevitori+Estinti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYpvYII7Y-DXEuVvjHgXW5XyOtCloNjlpDlwO9_z6o95EZVmSt_hATlWj5R7fmcMbHelNmEnXOA9zrBSw12dAxsMTVkQ9uvseVl26jhM5LcIDnvEFsbl_Spcv1s8DonyJGfa0QqUV5_L8/s320/3.+Setta+dei+Bevitori+Estinti.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span> </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/05346663899433914045noreply@blogger.com0