Pablo
Picasso amava ripetere che il vero lusso consiste nel poter disporre di almeno
una bottiglia di champagne al giorno. Già,difficile dargli torto. Ma dove
gustarla al meglio? Dove rintracciare un adeguato scenario che ne rispetti il
lignaggio?Innumerevoli sono le possibilità,quante le molteplici declinazioni del piacere. Con chi come me adora la contemplazione del
mare,il suo smisurato potere evocativo,il senso d’infinità che trasmette,non
posso che condividere un segreto, forse ormai di Pulcinella.
Alte e bianche falesie che a strapiombo precipitano nell’abbraccio
dell’equoreo elemento che le ha generate,spiaggia di ciottoli,penombra amica
nelle numerose grotte scavate dalle acque sciabordanti e assidue,pini
d’Aleppo,l’ulivo e il carrubo,profumi di macchia mediterranea,sconfinati
silenzi:il sacro luogo è la Baia di Vignanotica. Un tempo inaccessibile se non
dal mare e popolata da sterminate colonie di Gabbiani reali,oggi la splendida baia
garganica conserva la primigenia magìa nei giorni infrasettimanali,prima che
s’accenda il delirio estivo. Vi
giungiamo di martedì, quasi equidistanti dalla consueta invasione festiva,e in uno dei suoi bellissimi anfratti
sistemiamo il nostro campo.
Sì,non siamo
comuni gitanti. Ma “Bevitori d’Alta quota” in azione,studiosi della “beva
enoica consapevole” in missione:Antonio Lioce,Antonio Marino,Rosario Tiso. Al
seguito rechiamo il seguente armamentario eno-gastronomico:gamberoni e
seppioline per ricchi spiedini di pesce,pane di Monte S.Angelo,olio
extra-vergine d’oliva e pomodorini per robuste bruschette,mere sfiziosità quali
olive leccesi piccanti e scaldatelli di
Manfredonia,n’duia calabrese e… soprattutto…una qualificata batteria di
champagne. In ordine sparso:Egly-Ouriet Brut Tradition Grand Cru,”La Closerie” di Jerome Prevost,”L’amateur”
di David Leclapart ,lo champagne Brut Tradition Blanc de Blancs Millesimè 2007
di Fernand Thill e il classico Brut di Pierre Legras. Gli Champagne di
Egly-Ouriet sono il prodotto di una fermentazione rispettosa della Natura,dove
lavorano lieviti indigeni,e non subiscono alcuna filtrazione. Questo Grand
Cru,da uve chardonnay e pinot noir,assembra quattro annate di uve pregiate da
vecchie vigne 100% grand cru. Jerome Prevost è allievo di Anselme Selosse. Ne
“La Closerie” Cuvèe Les Beguines,Blancs de Noirs,Extra-Brut,la filosofia è
quella tipica del vigneron borgognone:Pinot Meunier invecchiato in legno per
poche bottiglie tutte giocate sull’eleganza e la complessità. Con “L’amateur”
di Leclapart,Cuvèe Blanc de blancs,Extra-Brut,Premier cru,si sconfina
nell’universo biodinamico. La fede nel pensiero di Steiner,l’ossequio ai grandi
ritmi naturali e ai tempi e alle pratiche dettate dal calendario di Maria Thun
e una forte spiritualità sono la cifra dell’uomo e del vinificatore.
“L’amateur” si fa ponte fra la terra e il cielo. Nel Brut Tradition di Fernand
Thill si coglie una mano enologica lieve per favorire una bollicina fresca e
delicata così come nel classico Brut di Pierre Legras.
La brace
sfrigolante incalza,leviamo dunque i calici.
Siamo qui,in
un Santuario della Natura,autentico compendio della mediterraneità.
Tutto
trasuda poesia.
Un asciugamano
lasciato sulle pietraie assurge a traccia di memoria,dai radi bagnanti un
riverbero di calda umanità,un’occhiata delle passanti diventa una pennellata di
colore sulle grigie tele delle nostre esistenze.
Il vento
compone melodie mai sentite che rallentano i tumulti del cuore,mentre le ombre
si distendono e sopraggiunge la sera e il sole si inabissa dietro gli spalti
rocciosi e le sentinelle arboree che contornano l’orizzonte.
Il tempo ha
corso troppo in fretta e comunque più della nostra voglia di gioire e di godere
per i doni di questo giorno benedetto. Ma oggi siamo in pace col mondo.
Abbiamo celebrato una meraviglia
dell’umano ingegno e della sua alacre operosità:lo Champagne
Vino esile e
sfuggente come una gazzella
Vino
assorto,come un vecchio saggio
Vino
elegante e misterioso,come un cigno emergente dal buio di acque sciabordanti
nella notte
Vino
gregario,che aiuta a legare con gli altri uomini
Vino corale
e polifonico,che dalla fumèa alcolica emerge e tratteggia le forme
del piacere
Ogni anima dovrebbe inoltrarsi,sospinta dalla beva ,senza più approdi,nel dominio dei
sogni e del vagheggiamento che solo dà un senso di completezza
Non bisogna
aver paura di volare alto e di volere troppo:il passo indietro,la contigua
condizione prudenziale,è il volare basso e il voler troppo poco.
Rosario Tiso
Nessun commento:
Posta un commento