martedì 14 giugno 2016

VIGNANOTICA 2012 - Capitolo II° : il vino della luce

Pablo Picasso amava ripetere che il vero lusso consiste nel poter disporre di almeno una bottiglia di champagne al giorno. Già,difficile dargli torto. Ma dove gustarla al meglio? Dove rintracciare un adeguato scenario che ne rispetti il lignaggio?Innumerevoli sono le possibilità,quante le  molteplici declinazioni del piacere.  Con chi come me adora la contemplazione del mare,il suo smisurato potere evocativo,il senso d’infinità che trasmette,non posso che condividere un segreto, forse ormai di Pulcinella.                                                        Alte e bianche falesie che a strapiombo precipitano nell’abbraccio dell’equoreo elemento che le ha generate,spiaggia di ciottoli,penombra amica nelle numerose grotte scavate dalle acque sciabordanti e assidue,pini d’Aleppo,l’ulivo e il carrubo,profumi di macchia mediterranea,sconfinati silenzi:il sacro luogo è la Baia di Vignanotica. Un tempo inaccessibile se non dal mare e popolata da sterminate colonie di Gabbiani reali,oggi la splendida baia garganica conserva la primigenia magìa nei giorni infrasettimanali,prima che s’accenda il delirio estivo.     Vi giungiamo di martedì, quasi equidistanti dalla consueta invasione  festiva,e in uno dei suoi bellissimi anfratti sistemiamo il nostro campo.
Sì,non siamo comuni gitanti. Ma “Bevitori d’Alta quota” in azione,studiosi della “beva enoica consapevole” in missione:Antonio Lioce,Antonio Marino,Rosario Tiso. Al seguito rechiamo il seguente armamentario eno-gastronomico:gamberoni e seppioline per ricchi spiedini di pesce,pane di Monte S.Angelo,olio extra-vergine d’oliva e pomodorini per robuste bruschette,mere sfiziosità quali olive leccesi  piccanti e scaldatelli di Manfredonia,n’duia calabrese  e… soprattutto…una qualificata batteria di champagne. In ordine sparso:Egly-Ouriet Brut Tradition  Grand Cru,”La Closerie” di Jerome Prevost,”L’amateur” di David Leclapart ,lo champagne Brut Tradition Blanc de Blancs Millesimè 2007 di Fernand Thill e il classico Brut di Pierre Legras. Gli Champagne di Egly-Ouriet sono il prodotto di una fermentazione rispettosa della Natura,dove lavorano lieviti indigeni,e non subiscono alcuna filtrazione. Questo Grand Cru,da uve chardonnay e pinot noir,assembra quattro annate di uve pregiate da vecchie vigne 100% grand cru. Jerome Prevost è allievo di Anselme Selosse. Ne “La Closerie” Cuvèe Les Beguines,Blancs de Noirs,Extra-Brut,la filosofia è quella tipica del vigneron borgognone:Pinot Meunier invecchiato in legno per poche bottiglie tutte giocate sull’eleganza e la complessità. Con “L’amateur” di Leclapart,Cuvèe Blanc de blancs,Extra-Brut,Premier cru,si sconfina nell’universo biodinamico. La fede nel pensiero di Steiner,l’ossequio ai grandi ritmi naturali e ai tempi e alle pratiche dettate dal calendario di Maria Thun e una forte spiritualità sono la cifra dell’uomo e del vinificatore. “L’amateur” si fa ponte fra la terra e il cielo. Nel Brut Tradition di Fernand Thill si coglie una mano enologica lieve per favorire una bollicina fresca e delicata così come nel classico Brut di Pierre Legras.
La brace sfrigolante incalza,leviamo dunque i calici.
Siamo qui,in un Santuario della Natura,autentico compendio della mediterraneità.
Tutto trasuda poesia.
Un asciugamano lasciato sulle pietraie assurge a traccia di memoria,dai radi bagnanti un riverbero di calda umanità,un’occhiata delle passanti diventa una pennellata di colore sulle grigie tele delle nostre esistenze.
Il vento compone melodie mai sentite che rallentano i tumulti del cuore,mentre le ombre si distendono e sopraggiunge la sera e il sole si inabissa dietro gli spalti rocciosi e le sentinelle arboree che contornano l’orizzonte.
Il tempo ha corso troppo in fretta e comunque più della nostra voglia di gioire e di godere per i doni di questo giorno benedetto. Ma oggi siamo in pace col mondo. Abbiamo  celebrato una meraviglia dell’umano ingegno e della sua alacre operosità:lo Champagne
Vino esile e sfuggente come una gazzella
Vino assorto,come un vecchio saggio
Vino elegante e misterioso,come un cigno emergente dal buio di acque sciabordanti nella notte
Vino gregario,che aiuta a legare con gli altri uomini
Vino corale e polifonico,che dalla fumèa alcolica emerge e tratteggia le  forme  del piacere
Ogni  anima dovrebbe inoltrarsi,sospinta  dalla beva ,senza più approdi,nel dominio dei sogni e del vagheggiamento che solo dà un senso di completezza
Non bisogna aver paura di volare alto e di volere troppo:il passo indietro,la contigua condizione prudenziale,è il volare basso e il voler troppo poco.

Rosario Tiso


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